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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2012 alle ore 18:26.

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« È chiaro interesse di tutti che il governo votato dal Parlamento adempia ai propri compiti urgenti, e metta il Paese al riparo definitivo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose»: così il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, si è espresso sull'esecutivo Monti nella prolusione pronunciata in apertura del Consiglio episcopale permanente. Il cardinale ha anche - tra le righe - speso parole favorevoli ad un'ipotesi di un Monti-bis nel dopo elezioni, e ha spronato la politica a riappropriarsi del proprio nobile ruolo, dando vita ad una vera rifondazione al suo interno e varando la riforma elettorale prima della prossima consultazione del 2013.

Crisi: «Stringere i ranghi per amore del paese»
«È necessario stringere i ranghi per amore al Paese. La vita della gente è in grave affanno e sente che il momento è decisivo: dalla sua soluzione dipende la stessa tenuta sociale», ha detto Bagnasco all'apertura dei lavori del consiglio, che si conclude giovedì. «È l'ora di una solidarietà lungimirante, della concentrazione assoluta - senza distrazioni - sui problemi prioritari dell'economia e del lavoro, della rifondazione dei partiti, delle procedure partecipative ed elettive, di una lotta penetrante e inesorabile alla corruzione: problemi tutti che hanno al centro la persona e ne sono il necessario sviluppo. Quando - per interessi economici - sull'uomo prevale il profitto, oppure - per ricerca di consenso - prevalgono visioni utilitaristiche o distorte, le conseguenze sono nefaste e la società si sfalda».

Gli sprechi della politica e la «rabbia degli onesti»
E ancora: «Considerando l'ostilità che sta crescendo fra la gente verso la politica e tenendo conto che si tratta di sentimenti non sottovalutabili», è importante che alle prossime elezioni non si presentino soggetti chiacchierati. «Proprio perché la politica è necessaria e, in sé arte nobile - ha affermato Bagnasco - non si può sottovalutare il sentimento ostile che va covando nella cittadinanza». Sui recenti casi di spreco di denaro pubblico nel Lazio - su cui si è già espresso- ha aggiunto: «Che l'immoralità e il malaffare siano al centro come in periferia non è una consolazione, ma un motivo di rafforzata indignazione, che la classe politica continua a sottovalutare. Ed è motivo di disagio e di rabbia per gli onesti».

Fine vita e i temi "non negoziabili"
Poi i temi "non negoziabili". «Quanti considerano irrinunciabile il valore della vita attendono oggi «il varo definitivo, da parte del Senato, del provvedimento relativo al fine vita, le Dichiarazioni anticipate di trattamento». Rappresenta questo, spiega nella prolusione, «un ultimo passo da compiere, se non si vuole che un'altra legislatura si chiuda con un nulla di fatto, nonostante un grande e proficuo lavoro svolto a difesa della vita umana nella sua inderogabile dignità: com'é noto, si esclude ogni accanimento, ma anche ogni forma, palese o larvata, di eutanasia, e si promuove quel prendersi cura che va ben oltre il doveroso curare».

Unioni civili e indebolimento della famiglia
Per Bagnasco - ricevuto questa mattina da Benedetto XVI a Castelgandolfo - i registri per le unioni civili laddove sono stati introdotti rimangono sostanzialmente inutilizzati, la loro adozione risponde solo a un "principio ideologico" volto a indebolire la famiglia. Il cardinale - che in avvio di seduta ha ricordato le recenti scomparso del cardinale Carlo Maria Martini e dell'arcivescovo Bruno Schettino, componente del Consiglio stesso - ha dedicato un'ampia parte della sua prolusione alla difesa della famiglia e al tema delle unioni civili. Il tema è tornato al centro del dibattito dopo che comuni come Milano e Bologna hanno approvato delibere relative alle unioni di fatto etero e omosessuali.

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