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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2012 alle ore 18:39.

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Il passaggio-chiave - spiega un prelato - è nel capitolo otto della prolusione. Quando il cardinale Bagnasco dice che la partita sul futuro del Paese si gioca sullo scenario europeo e poi su quello mondiale, dove quindi le formule propagandistiche delle beghe nazionali non servono a nulla. Scenario «nel quale bisogna saper stare con competenza e autorevolezza riconosciuti».

Parole che, tradotte, indicano con chiarezza come la pensano i vescovi: a Monti (che per loro ora deve varare quelle misure che sono necessarie a tirare l'Italia fuori dalla zona pericolo) deve succedere - se i numeri e le condizioni lo permetteranno - un Monti-bis. Le parole del presidente della Cei confermano quanto emerge ormai da tempo: la stima che il professore gode tra i presuli italiani e Oltretevere, in particolare del Papa, che lo ha visto sette volte da quando è premier. Sobrietà e rigore a parte, Monti ha avuto nei confronti della Chiesa un atteggiamento di attenzione non solo formale, e la vicenda dell'Imu - lasciata irrisolta da tutti i governi per un ventennio - è lì a dimostrarlo.

Alla politica la Cei chiede di riappropriasi dei propri spazi, varando le riforma in Parlamento, opera che un governi tecnico non può realizzare. Ma soprattutto che si rinnovi al suo interno, evitando di sottovalutare l'atteggiamento di ostilità crescente tra la cittadinanza, che casi come il Laziogate o quelli della regione Lombardia non fanno che alimentare. Insomma, bisogna operare contro il "malaffare" per il bene del Paese, per combattere l'antipolitica e opporre solidarietà a povertà, precariato, sfaldamento sociale.

Anche grazie a una «leva di laici maturi» capaci di operare anche in ambienti "ostili" grazie ad una formazione che sia pure spirituale e non mediocre. Parole, queste che richiamano alla formazione di un ceto di politici cattolici, sempre più rari e invisibili nella politica italiana, nonostante i tentativi (Todi2 è in calendario il 22 ottobre, Bagnasco non dovrebbe esserci) di dare una presenza tangibile. Insomma, i toni del cardinale sono decisamente saliti nella condanna della malapolitica, e si sono incanalati su un binario bipartisan, nonostante le bacchettate alle unioni civili - varate da giunte di centro sinistra - e l'appello al varo della legge sul fine vita, su cui è tornato a battere il Pdl in Parlamento.

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