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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 18:17.

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Più vicino l'annullamento delle cosiddette "cartelle pazze", le cartelle di pagamento per tributi o sanzioni amministrative prescritti anche da lungo tempo inviate da enti esattori come Equitalia che periodicamente angosciano i contribuenti italiani. La commissione Finanze del Senato ha infatti raggiunto oggi un accordo sul ddl in materia che consentirà l'annullamento automatico degli "avvisi" incriminati in caso di mancata risposta da parte dell'ente creditore entro un termine di 220 giorni. Sul testo base, che vede favorevole anche il Governo, resta da sciogliere solo il nodo relativo ad una revisione della tutela dalle "ganasce fiscali" sotto i 2mila euro, aspetto che sarà affrontato domani.

Annullamento di diritto se l'ente non risponde
Il ddl con «Disposizioni per l'annullamento obbligatorio in autotutela delle cartelle esattoriali prescritte» è composto da un solo articolo, e prevede che i cittadini-debitori possano presentare una dichiarazione per confutare la correttezza della cartella esattoriale entro 90 giorni dalla notifica. A sua volta il concessionario ha 10 giorni per approfondire la cosa con l'ente creditore, che nel giro di due mesi deve fornire una risposta. Il ddl dispone in particolare che «In caso di mancato invio e trascorso inutilmente il termine di 220 giorni dalla dichiarazione iniziale» le cartelle siano «annullate di diritto».

Sanzioni per chi aggira pagamenti dovuti
Pesanti sanzioni, oltre la responsabilità penale, per i cittadini che utilizzino la nuova disposizione per aggirare il pagamento di una cartella dovuta,: la multa in questo caso và dal «cento a duecento per cento dell'ammontare delle somme dovute». Il ddl prevede però che le nuove regole si applichino anche a tutti coloro che hanno presentato dichiarazioni per contestare le cartelle prima dell'entrata in vigore della legge.

I nodi da sciogliere per le "ganasce fiscali"
Ancora da sciogliere il nodo delle "ganasce fiscali": al momento il testo prevede l'abrogazione di quanto predisposto su questo fronte dal governo Berlusconi (applicabilità, per i debiti sotto i 2mila euro, solo dopo in seguito a due comunicazioni da parte dell'amministrazione, la seconda a distanza di sei mesi dalla prima). Una parte della commissione vorrebbe infatti proporre una mediazione, e chiede di abbassare la soglia a 1.000 euro e di dimezzare i tempi che debbono intercorrere fra i due avvisi.

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