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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 12:25.
Angela Merkel dice ancora una volta no alla condivisione europea del debito degli Stati ma chiarisce che la Germania non può sganciarsi dal processo di sviluppo dell'Unione. Lo ha confermato oggi alla riunione della Bdi, la Confindustria tedesca. «No a responsabilità senza controlli, un'unione del debito ci riporterebbe dove eravamo prima», ha detto la cancelliera, che però, davanti agli industriali tedeschi, ha ribadito che Berlino «non può sganciarsi dallo sviluppo economico dell'Europa: l'export tedesco è destinato per il 40% all'Eurozona e per il 60% all'Unione europea». Questo non vuol dire che la cancelliera sia stata tenera con Bruxelles, «troppo spesso in passato abbiamo disatteso le promesse», come quella di diventare la realtà economicamente più dinamica entro la fine del decennio scorso, proposito «chiaramente non mantenuto». E però, ha detto Merkel, «stiamo lavorando nel Consiglio europeo e e con la Bce per fare passi in avanti che creino più Europa». La cancelliera, davanti alla conferenza annuale degli industriali tedeschi, ha poi toccato il tema della vigilanza bancaria nell'Unione europea, che dovrebbe «procedere passo dopo passo». «Non si può parlare di rifinanziamento diretto delle banche», ha chiosato Merkel, se prima «non si sono definite le basi giuridiche» di un'unione bancaria.
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