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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2012 alle ore 09:45.

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In debito con l'erario per due milioni di euro, già noto alle forze dell'ordine per la lunga serie di vicende penali e giudiziarie, con un tenore di vita esagerato grazie a raggiri e varie attività criminali, ma nonostante questo ufficialmente nullatenente per il Fisco. Questo il ritratto dell'imprenditore di Gorizia finito nella rete della Guardia di finanza, che dopo una serie di verifiche fiscali sulle società da lui controllate che hanno portato al sequestro di una villa di lusso con piscina da oltre un milione di euro.

La confisca della villa (formalmente intestata alla moglie e fatta confluire con la frode in un "Trust" amministrato dallo stesso imprenditore) è stata resa possibile dall'applicazione delle misure di prevenzione previste dalle norme antimafia applicabili ai soggetti abitualmente dediti ad attività delittuose o che vivono, anche in parte, con i proventi di attività illecite.

Che, nel caso dell'imprenditore, garantivano un ingente volume d'affari, e un reddito che ha reso possibile nel tempo l'acquisto di abitazioni di lusso e vetture supersportive, ma anche viaggi verso mete esotiche e soggiorni in alberghi sontuosi con la famiglia.

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