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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2012 alle ore 14:34.

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La Fortitudo Bologna va all'asta. La gloriosa società di pallacanestro che ha fatto grande la città emiliana in 35 stagioni di Serie A, raccogliendo 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane e un affetto grande così da parte di tutti gli appassionati della palla a spicchi di casa nostra, sarà venduta al miglior offerente «in un unico lotto con il 100% delle quote della società della Fortitudo Pallacanestro Bologna con socio unico (già Eagles con socio unico)». La decisione è stata firmata dal giudice delegato Maurizio Atzori, che ha stabilito che l'udienza di vendita si terrà il prossimo 16 ottobre con una base d'asta di 200 mila euro.

Spiega il curatore fallimentare Carlo Alfonso Lovato attraverso una nota diffusa a mezzo stampa: «La scelta degli organi del fallimento di procedere alla vendita in unico lotto del ramo d'azienda della società fallita - ha fatto sapere il curatore - composto dall'avviamento, dalla bacheca dei trofei sportivi della Fortitudo Basket e di alcune attrezzature sportive, unitamente al 100% delle quote societarie della società Fortitudo Pallacanestro Bologna, già Eagles, è stata effettuata nell'intento di valorizzare al massimo l'asset della società fallita, a beneficio del ceto creditorio, consentendo all'aggiudicatario di partecipare alla stagione che sta per iniziare con una squadra di basket già iscritta al campionato Dna e che oltretutto rappresenta, per una parte della tifoseria Fortitudo, l'ideale prosecuzione dell' attività agonistica della storica e gloriosa squadra bolognese, anche in considerazione del fatto che è subentrata nella gestione delle squadre giovanili della scuola basket Fortitudo».

Come dire, si vende, ma con criterio e con l'obiettivo chiaro di consegnare la squadra a chi avrà la possibilità economica di reggere il peso di un impegno che va oltre la "semplice" gestione di un club sportivo. Perché la Fortitudo, radiata ufficialmente dalla Federbasket nel luglio scorso, è stata negli ultimi anni una delle più autorevoli protagoniste del campionato italiano di vertice. C'era Siena, che dalla stagione 2006-07 ha preso il largo senza essere più fermata. C'era Treviso, che ha fatto il possibile e pure di più per lottare fino in fondo per un posto al sole. C'era Milano, tornata prepotentemente a far parlare di se dopo anni di attesa. E poi, c'era la Fortitudo, che è riuscita nell'impresa di oscurare almeno per un po' la stella della Virtus, il club 15 volte campione d'Italia che a Bologna ha costruito un mito.

Gianluca Basile, Carlton Myers, Stefano Mancinelli, Claudio Pilutti, Dan Gay, alcuni dei migliori giocatori del basket made in Italy degli ultimi tempi hanno indossato la canotta della Fortitudo. Giocatori, meglio campioni, che sono stati guidati in tempi diversi da tecnici che hanno meritato le prime pagine dei giornali sportivi, per talento, determinazione e risultati. Cosa dire di Sergio Scariolo, Carlo Recalcati, Jasmin Repesa, l'allenatore croato che ha scritto il proprio nome nell'albo d'oro della Fortitudo per aver conquistato l'ultimo scudetto dei biancoblù prima della tempesta (2004-05). La Fortitudo macinava fenomeni e produceva spettacolo.

Con la radiazione decisa dalla Fip si è chiusa una pagina straordinaria del basket made in Bo, groviglio organizzato di idee e di entusiasmo che ha prodotto per diverse stagioni una pallacanestro all'altezza dei migliori palcoscenici europei. Oggi è tempo di ricominciare. Altri i presupposti, altri i numeri, altre le prospettive. Si ripartirà dai dilettanti. Ma con la Effe sul petto. E con una voglia matta di tornare a dare presto battaglia ai cugini della Virtus sui campi che contano.

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