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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2012 alle ore 10:40.

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Il sindaco di Viterbo, Giulio Marini (Ansa/Archivio)Il sindaco di Viterbo, Giulio Marini (Ansa/Archivio)

Nuovi guai giudiziari per il Pdl del Lazio: il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, ha ricevuto un avviso di garanzia per corruzione e turbativa d'asta in concorso con l'assessore regionale all'Agricoltura del Lazio e collega di partito Angela Birindelli, che però smentisce di essere mai stata oggetto di indagine da parte della procura viterbese. I due, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbero favorito alcune aziende viterbesi per l'aggiudicazione di commesse nell'ambito del padiglione Lazio del Vinitaly 2011.

Marini, che l'altro ieri aveva ritirato le dimissioni presentate dopo la bocciatura del bilancio da parte del Consiglio comunale, è stato poi interrogato nel pomeriggio per oltre cinque ore dal pm Massimiliano Siddi. L'inchiesta su Vinitaly rientra nel fascicolo sulla falsificazione delle fatture del gruppo Pdl alla Pisana per il quale a Viterbo è già stato interrogato l'ex capogruppo alla regione Francesco Fiorito.

L'indagine sul Vinitaly é infatti confluita nel medesimo fascicolo, sempre più voluminoso, che si sta dipanando su tre direttrici distinte, ma tutte riconducibili alle faide interne al Pdl, che hanno finito per travolgere anche la regione Lazio. A vario titolo, per la vicenda Vinitaly, sono finiti sotto inchiesta anche tre funzionari regionali. Anche il commissario straordinario dell'Arsial, Erder Mazzocchi, risulterebbe indagato dalla procura di Viterbo. Secondo l'accusa, pure lui avrebbe favorito alcune aziende viterbesi per il Vinitaly 2011. L'operazione partecipazione, gestita dall'Azienda regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura, sarebbe costata tra i 2,6 e i 2,8 milioni di euro.

Nel pomeriggio, l'assessore Birindelli ha comunque rimesso le proprie deleghe nelle mani della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. «Con questo atto - ha spiegato - intendo dimostrare ancora di più la correttezza e lôonestà con cui ho svolto il mio incarico presso l'assessorato, anche in relazione alle notizie di stampa, che ho già avuto modo di smentire, riferite alle indagini della procura di Viterbo».

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