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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2012 alle ore 06:38.

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Li aveva bollati come «casi vergognosi» ma ieri è passato dagli aggettivi ai fatti. E Giorgio Napolitano ha messo sul tavolo la richiesta di accelerare l'approvazione del provvedimento di legge anti-corruzione. Parla di Europa ma chiama il Parlamento italiano e anche il Governo. «È l'Europa a chiederci un grosso impegno di lotta contro la corruzione: come mi ha messo bene in evidenza il segretario generale dell'Ocse, noi in quella curva statistica siamo messi molto male». Per la verità non è solo la curva della corruzione che ci spinge fuori strada ma è certamente tra le prime cause del blocco della nostra economia visto che l'illegalità agisce da zavorra. E allora il capo dello Stato insiste, guarda in faccia i partiti e gli manda a dire che «bisogna superare questa condizione che è una condizione di inferiorità rispetto a molti Paesi europei e rispetto alla media in fatto di efficacia della lotta alla corruzione». C'è da aspettarsi che se non ci sarà uno sblocco a breve del Ddl, Napolitano tornerà sul tema esattamente come fa da mesi sulla legge elettorale. Il Porcellum è un argomento che i partiti preferirebbero far dimenticare agli italiani ma che il Capo dello Stato – invece – riporta d'attualità a scadenze regolari.

E così ieri la prima mossa è stata quella di una parte della maggioranza – Pd, Udc e Fli – che ha invocato un voto di fiducia mentre il ministro Severino ha piantato con decisione uno stop ad alcune modifiche. «Non ho ancora letto gli emendamenti - ha chiarito - ma credo che possano essere presi in considerazione quelli migliorativi: noi abbiamo costruito una piramide, i mattoni possono essere spostati ma le fondamenta non possono venire meno. Ho sempre chiesto interventi migliorativi, additivi, non di sottrazione e tantomeno di soppressione». Dunque, al Senato non accoglierà quegli emendamenti soppressivi di cui si è fatto portatore il Pdl. «Il Governo usi gli strumenti che ha», ha scandito Pierluigi Bersani facendo intendere che non ha nulla in contrario sulla fiducia. E pure Pier Ferdinando Casini si schiera per la blindatura del testo approvato alla Camera e per una rapida approvazione della legge. «Il Governo metta la fiducia e così apparirà chiaro chi contrasta la legge e chi vuole vararla», diceva il leader dell'Udc che non ci sta a dover fronteggiare un'altra onda di anti-politica dopo il caso Lazio. Più difficile la posizione del Pdl che ieri appariva disorientato e diviso tra favorevoli e contrari: di certo la fiducia li metterebbe in un angolo.

Il finale di giornata per Napolitano è stato meno cupo: in serata infatti una rappresentanza di Governatori gli ha presentato il testo della proposta fatta al Governo per tagliare i costi della politica regionale. Un'iniziativa che il capo dello Stato «ha apprezzato per la sensibilità e la disponibilità dimostrate in un momento particolarmente critico della vita istituzionale del Paese». E sperando che non sia l'ultimo ma il primo di altri gesti di autoriforma.

Quali sono i ministeri a buon punto nel realizzare il programma
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