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Cibo tecno, libri di carta, scienza gratis e online. Ecco dove andiamo nell'anno della guerra dei tablet

Il salone europeo dell'innovazione e della ricerca di Trieste ha fatto sintesi di economia, scienza, cultura e ambiente mediati dalla tecnologia. Tre dei protagonisti di questi incontri ci hanno parlato di cibo, libri e ricerca scientifica, conoscenza online e gratuita nell'anno della guerra dei tablet fra i colossi dell'hi-tech

4. Arriva il cibo di nuova generazione: sarà più sano e avrà meno bisogno d'acqua

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Roger Beachy è pionere dell'ingengeria genetica applicata all'agricoltura, nel 2009 nominato dal presidente Obama direttore del National Institute of Food and Agriculture del dipartimento di agricoltura Usa, incarico lasciato nell'aprile 2011, «una grande perdita» secondo esponenti dell'ambiente scientifico americano. A Trieste ha parlato delle nuove scoperte genetiche come base di un'agricoltura sostenibile «certo non l'unica soluzione del problema cibo, ma parte di essa». Come queste tecnologie, fra cui gli Ogm, vadano usate e di quanto si intreccino a crescita demografica e cambiamenti climatici. Nuove tecnologie che implicano vari aspetti, dai computer ai metodi di trasporto, e hanno come obiettivo un sistema nutrizionale più sano e sicuro.

«Le tecnologie tuttora in uso hanno 25 anni – spiega Beachy -. Adesso siamo all'inizio del cibo di nuova generazione caratterizzato da mutazioni molto più precise del passato. E molte di queste tecnologie sono state sviluppate in Europa», precisa. Fa l'esempio di nuove varietà di soia ancora più sana e più buona per cucinare, parla dei passi da gigante fatti nella creazione di nuove varietà di cibo. Della prossima sfida: «sviluppare colture che abbiano bisogno di meno acqua, più resistenti a temperature inusulamente sempre più alte».

L'ex consulente di Obama ripete più volte che il tema dell'agricoltura sostenibile è cruciale e si incastra con crisi, cambiamenti climatici, boom demografico. Chiedo se le tensioni economiche create dall'emergere dei Brics (Brasile, Russia India, Cina, Sudafrica) influenzano il problema cibo nel mondo. «Quest'anno Usa, Russia e Australia hanno avuto forti problemi di siccità: mancanza d'acqua e alte temperature hanno comportato grosse ricadute sulla produzione del mais e della soia. La conseguenza è che i prezzi saliranno del 10%o a livello globale, stima l'agenzia Onu per il cibo e l'agricltura. Tempi duri e conseguenze gravi, il vero problema però - è che Europa e America hanno alternative, i Paesi poveri no». I Brics insomma per adesso sorridono: «Quest'anno Brasile e Argentina hanno avuto raccolti molto buoni e hanno avuto buon gioco a caricare i prezzi».

Beachy ripete più volte che la ricerca europea non è meno avanzata di quella americana: se gli si fa notare che qui è ancora in salute la contrapposizione cultura del cibo-Ogm risponde che un'impostazione di questo tipo è «infelice». Che i messaggi che contrappongono i prodotti non dovrebbero essere lanciati. Indica i punti d'unione: «Per la maggior parte di noi, sia che viviamo nelle città o nelle aree rurali, è importante che un prodotto è "fresco e locale", cerchiamo quello perché è più buono: rispetto a questa preferenza, dice, non c'è grande differenza tra Europa e America». E non stupisce visto che dell'orto biologico e dell'alimentazione sana Michelle Obama ha fatto un manifesto politico. «Sul lungo periodo e su larga scala, però, l'obiettivo non è ottenere migliori semi ma migliori prodotti nutiritivi».

Certe resistenze alla ricerca applicata all'agricoltura non sono solo europee. Il 6 novembre alcuni stati americani non voteranno solo il prossimo presidente ma anche diversi referendum. La California voterà un referendum che obbligherà a etichettare il cibo di orgine animale e vegetale geneticamente modificato (proposition 37). «Non credo che questo referendum sia una buona idea – spiega Beachy – il suo obiettivo non è avere prodotti biologici ma eliminare il cibo Ogm forzando l'etichettatura. Tutto ciò non è scientificamente corretto perché sulle informazioni e sulla pubblicità di un prodotto bisogna fare affidamento. Sono d'accordo sul fatto che noi tutti dobbiamo sapere l'orgine del cibo che mangiamo: devo sapere se il cibo prodotto dall'agricoltore cinese è sicuro quanto quello prodotto in California, Chicago o nel resto degli Stati Uniti; la sicurezza del cibo è cruciale ma questo referendum mischia messaggi, è foriero di una legislazione confusa e io non sono ottimista».

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