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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2012 alle ore 21:22.

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La pressione fiscale non è sostenibile nel lungo periodo e «non è compatibile con una crescita economica che non sia il mezzo punto l'anno» di Pil. Lo afferma il vice direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, in audizione alla Camera dove ha parlato di riduzione delle spese e delle tasse. «Continuiamo a dire - ha rilevato - che bisogna che a un certo punto la pressione fiscale pieghi».

Per la Corte dei Conti c'è il rischio di un «corto circuito» fra «inasprimenti fiscali» e crescita. Bankitalia ritiene che la sfida debba essere quella di «abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sul lavoro, sulle imprese». Le audizioni alla Camera sulla nota di aggiornamento al Def riportano in primo piano un tema che sarà centrale per il prossimo governo, il taglio delle tasse. Prima il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, e poi il vice direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, promuovono sostanzialmente l'azione del governo ma mettono anche in guardia dai rischi che restano, sia per la tenuta dei conti, sia per il sostegno alla crescita.

L'analisi della magistratura contabile parte dalla constatazione che l'urgenza delle misure di correzione dei conti pubblici ha portato a degli «effetti perversi di un corto circuito tra inasprimenti fiscali e crescita economica»'. Giampaolino è infatti convinto che la somministrazione di «dosi crescenti di austerità» e l'aumento della pressione fiscale sono una «terapia molto costosa e, in parte, inefficace».

In sostanza, secondo Giampaolino, «si è di fronte a evoluzioni contraddittorie: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte. Si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l'economia reale non riesce più a sopportarne il peso». Una cura, quella somministrata durante la crisi, che «non offre neppure certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie». Si tratta di una spirale negativa che «è ben evidenziata dall'esame della situazione italiana», aggiunge la Corte dei conti.

Guardando avanti, Bankitalia vuole evidenziare anche come per un efficace controllo dei conti «occorrerà declinare chiaramente il principio del pareggio di bilancio per ogni categoria di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche, tenendo conto delle necessità di coordinamento tra i vari livelli di governo». E sul fronte, sempre caldo del debito pubblico, sarà necessario «predisporre un itinerario di significativo rientro, anche mediante dismissioni di parte del patrimonio pubblico».

In questo scenario, si inseriscono le valutazioni sugli effetti delle manovre messe in campo finora e, soprattutto, sul difficile equilibrio fra sostegno alla crescita e tasse. «La maggior sfida per il futuro sta nel riavviare la crescita economica e mutare la composizione del bilancio pubblico al fine di favorirla: ridurre l'insieme delle spese, spostarsi da quelle meno produttive verso quelle che rafforzano il potenziale dell'economia, abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sul lavoro, sulle imprese», spiega Rossi.

Poi, rispondendo alla domanda di un parlamentare, l'esponente di Bankitalia, è stato ancora più preciso: l'attuale pressione fiscale «non è sostenibile nel lungo periodo» e «non è compatibile» con un ritorno alla crescita sostenuta. Quello che è certo, sostiene ancora Rossi, «è che occorre che la pressione torni a calare».

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