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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2012 alle ore 10:56.

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«Seguiamo sempre sia l'Fmi sia tutte le altre organizzazioni internazionali, la nostra agenda è mettere l'Italia al pari con le best practice del mondo, è difficile ma ce la possiamo fare». Così il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ha risposto a margine del Forum sulla cooperazione, in merito agli interventi che l'Fmi chiede al nostro Paese sul fronte dell'abbassamento del cuneo fiscale.

di Sara Monaci
«Il paese ha bisogno di riacquistare credibilità mettendo in ordine i conti pubblici, e adesso siamo nel mezzo di questo processo». Il ministro dell' Economia e delle finanze Vittorio Grilli è intervenuto alla seconda giornata del Forum della cooperazione internazionale a Milano, e ha voluto precisare il principale impegno del suo ministero.
Dopo la partecipazione di ieri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del premier Mario Monti e dei ministri Andrea Riccardi e Terzi, oggi è la volta di Grilli, che, in linea con i colleghi di governo, ha annunciato un maggiore impegno finanziario per la cooperazione internazionale, come previsto dal Def del triennio 2013-2015. L'Italia investe nel settore solo lo 0,19% del Pil, e sia Monti che Napolitano ieri hanno sottolineato che il Paese dovrà arrivare alla media europea, pari allo 0,7% . Il Documento economico e finanziario non garantisce ancora questa percentuale, ed anzi la spending rewiew ha fortemente decurtato gli investimenti. Eppure, ha sottolineato Grilli, «è importante rilevare la nuova tendenza, la volontà di un impegno crescente, e il governo Monti ha fatto tutto ciò che era possibile».

Poi Grilli ha parlato della necessità del rinnovamento degli addetti: «Occorre un personale molto esperto, con competenze nel settore». Quindi le riflessioni finali: «l'Italia investe meno in cooperazione ma fa molto a livello internazionale, con i suoi istituti di cooperazione, con molti progetti. Un Paese fa cooperazione anche grazie alla sua influenza nel panorama internazionale e alla competenza nelle scelte. Noi stiamo lavorando per ridare credibilità al nostro paese. Essere credibili come finanza pubblica, dimostrare di avere conti a posto è un passaggio inevitabile. Ora siamo nel mezzo a questo processo».

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