Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2012 alle ore 06:38.

My24

La prima notizia è la discesa in campo di Nichi Vendola alle primarie del cento-sinistra dopo che al contrario sembrava quasi certa una sua rinuncia. «Accetto la sfida - annuncia il leader di Sel e governatore della Puglia sul suo sito - per scacciare il fantasma del Monti bis e per trasformare le primarie da ennesima faida di partito ad occasione di svolta per il paese».

La seconda notizia è che Pier Ferdinando Casini, fautore del Monti bis e in contatto con Bersani per una possibile alleanza tra progressisti e moderati dopo le elezioni di primavera, non la prende bene. «Vendola è politicamente inadatto a poter governare il paese. Io stimo Bersani ma non sono convinto, e anzi inorridisco, all'idea che il futuro possa essere affidato all'alleanza tra Bersani, persona ragionevolissima, e Vendola». La terza notizia è che Pier luigi Bersani perde la pazienza nei confronti del futuro alleato centrista: «Io capisco che Casini debba fare il suo mestiere, ma certe parole sono un po' forti: inorridire... In un contesto di centrosinistra, noi abbiamo portato l'Europa nell'euro, mentre Pier Ferdinando inorridiva assieme a Berlusconi in quel momento lì». Né manca un ulteriore battibecco tra lo stesso Vendola, che piccato risponde a Casini che non ha mai governato niente e ha fatto il presidente della Camera per gentile concessione di Berlusconi, e Casini che precisa di «aver svolto il ruolo istituzionale con imparzialità».

Bersani resta convinto che il Monti bis rilanciato in questi giorni dalla disponibilità espressa dallo stesso premier abbia il fiato corto. «Il nostro progetto è di ampio respiro e durevole, quello legato ai desideri di una persona seppur autorevole appare più di fiato corto. E allo stesso Casini per ora l'operazione è durata un week end», dice uno degli uomini più vicini al segretario. Eppure lo schema bersaniano di costruire un campo dei progressisti (Pd, Sel e socialisti) aperto a un'alleanza a urne chiuse con i moderati ha subito ieri un brutto colpo. «Sconfortante...», allarga le braccia un lettiano come Francesco Boccia, che pure alle primarie appoggia Bersani. Enrico Letta e i suoi restano comunque convinti che saranno proprio le primarie a scegliere la linea: se a vincere sarà la linea bersaniana dell'agenda Monti con qualche spruzzata di «solidarietà» e «uguaglianza» Vendola si dovrà adeguare. «C'è nervosismo – ammette Boccia – ma non ci sono alternative».

Si va insomma avanti con le primarie. Che non saranno solo di partito, come temeva Bersani, ma di coalizione. «È una bella giornata», dice infatti il leader del Pd plaudendo alla scelta di Vendola. Certo, la scesa in campo di Vendola avvantaggerà Matteo Renzi al primo turno, ma per Bersani è più importante l'apertura a tutta la sinistra senza chiudersi nel recinto del Pd rischiando di fatto un congresso anticipato. Il doppio turno ci sarà, ma scatterà se nessun candidato arriverà al 50% e non al 40% come si pensava prima della discesa in campo di Vendola (con il leader di Sel in campo la soglia del 40%, che i renziani vorrebbero, diventa più pericolosa per Bersani). Così come ci saranno la sottoscrizione della carta d'intenti al momento del voto e il discusso registro degli elettori del centro-sinistra, che sarà aperto con qualche giorno di anticipo fino al momento del voto al primo turno. Mentre chi non avrà votato domenica 25 novembre non potrà farlo per la seconda tornata, il 2 dicembre.

Proprio questo punto fa infuriare i renziani: «È incredibile che si voglia proporre di riservare il voto al secondo turno solo a chi ha votato al primo, se vengono in tanti che facciamo, gli diciamo no grazie non ci servite?», dicono gli uomini dello staff. Ma Bersani va dritto per la sua strada: «Nessun Batman ai seggi, se ne stessero a casa».
Ma le tensioni dentro il Pd rischiano di scaricarsi proprio sull'assemblea di sabato che dovrà decidere le regole. L'allarme, che gira tra i democrats, è che chi è contrario allo schema che va delineandosi (i montiani doc ma anche gli ex popolari capeggiati da un irritatissimo Giuseppe Fioroni) faccia mancare il numero legale, intorno ai 497 membri.

Shopping24

Dai nostri archivi