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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2012 alle ore 15:24.

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Si sa che il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni non ha certo gradito la pubblicazione delle foto che lo ritraggono ospite su panfili prima di tuffarsi in acqua. A maggior ragione quando certi inviti per i week end al mare provengono dal faccendiere Pierangelo Daccò condannato con rito abbreviato a dieci anni di carcere per bancarotta fraudolenta per il crac dell'ospedale San Raffaele e coinvolto in un'altra inchiesta sulla Fondazione Maugeri per corruzione in concorso con il governatore Forrmigoni. Il faccendiere che risolveva i problemi adesso li crea in quanto gli illeciti a lui contestati non sono più una tesi dell'accusa.

Era preferibile di gran lunga che uscissero altre foto, magari mentre si dedica alla corsa, di cui è nota la sua passione. Non sono immagini balneari oziose ma di duri e spartani allenamenti sul collinare del Monte Stella, la cosiddetta montagnetta di San Siro. Sulla rete si trova perfino un diario della sua preparazione per l'ultima Stramilano.

E' un ritratto ben diverso decisamente "sportivo" del governatore, sempre attento alla sua immagine vincente, ricco di lusinghieri accostamenti ai nomi dei grandi atleti che in passato si sono allenati in Montagnetta, come il campione olimpico Alberto Cova, a cui è stato dedicato un giro che porta il suo nome, e il campione mondiale Francesco Panetta.

Peccato che anche quando si fa una vita assai simile e vicina a gente comune come i corridori il politico non sappia rinunciare agli agi e privilegi. Il governatore lombardo arriva infatti agli allenamenti nella pausa pranzo assieme alla sua scorta su due auto blu, o meglio ammiraglie blu adeguate al rango presidenziale, che lo attendono fermi e a motore acceso nei periodi freddi, fino alla fine della seduta atletica.

Sarà pure una normale prassi dettata da ragioni di sicurezza tuttavia sono comportamenti che allontanano dai cittadini molto più di uno scatto bruciante alla Usain Bolt. Anche perché tutto ciò non avviene in modo discreto ma in maniera ostentata con le auto della scorta non sempre parcheggiate in modo corretto ma con una certa disinvoltura con conseguente disagio per altri automobilisti. Forse farebbe bene un bagno di umiltà, o meglio una doccia dopo l'allenamento, negli spogliatoi del campo "25 Aprile" ai piedi della Montagnetta per stare tra la gente e i suoi problemi quotidiani non solo nei periodi di campagna elettorale con troupe televisiva al seguito.

Insomma al capitolo delle vacanze estive con scorta del Presidente della Camera Ganfranco Fini si potrebbe aggiungere anche quello della corsa con scorta del Presidente Formigoni, seppur decisamente più contenuto e modico come causa di sperpero di denaro pubblico. Sappiamo bene che una legge tutelano i vari Presidenti delle nostre istituzioni, ma in tempi di spending review che annullano quel poco di welfare rimasto e salassi vari, basta ancora proteggersi oltre dietro le norme invocate oltre che dietro le scorte? A meno che le queste non servano proprio per difendersi e tenersi lontano dai cittadini, che urtati nella sensibilità faticano più di prima a comprendere e accettare certi episodi.

Da più parti si leva la richiesta di maggior sobrietà nei comportamenti o se vogliamo, nel giorno del Patrono di Italia, un ritorno allo spirito francescano da parte di tutti. Non c'è bisogno di fare sondaggi per saperlo.

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