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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2012 alle ore 13:16.

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La Gdf sequestra beni per 1,3 milioni a Fiorito. La jeep sarà usata per attività di polizia (Ansa)La Gdf sequestra beni per 1,3 milioni a Fiorito. La jeep sarà usata per attività di polizia (Ansa)

«Quei soldi depositati nei conti era denaro che mi spettava ed era destinato all'attività politica». È quanto sostenuto oggi da Franco Fiorito, ex capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, nel corso dell'interrogatorio di garanzia durato due ore e mezza, davanti al Gip, Stefano Aprile. «Quelle indennità mi erano dovute per i tre incarichi che avevo in Regione», ha detto Fiorito, che oltre a essere capogruppo, era presidente della commissione Bilancio e consigliere. Poi ha precisato che «quei soldi erano aumentati perchè il budget, con le delibere approvate, era stato aumentato», ha sostenuto riferendosi alle delibere dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Stefano Aprile gli ha contestato, tra l'altro, proprio il cumulo delle indennità, cumulo al quale «non aveva diritto».

L'ex capogruppo Pdl, nel corso dell'atto istruttorio a Regina Coeli, ha anche accusato il presidente del consiglio regionale Mario Abruzzese: «Era a conoscenza di come i soldi venivano spartiti» e avrebbe fatto in modo che «il denaro venisse accantonato nelle casse della Regione per andare incontro alle esigenze dei consiglieri». L'ex sindaco di Anagni, ribadendo quanto sostenuto davanti ai pm il 19 settembre scorso, ha precisato che «non tutti i componenti del suo gruppo consiliare erano a conoscenza della tripla indennità a lui attribuita», ma ha invece indicato come «colleghi che sapevano» i quattro componenti della commissione bilancio del suo gruppo: Romolo Del Balzo, Ernesto Irmici, Stefano Galetto e Andrea Bernaudo.

I difensori hanno chiesto la revoca dell'arresto
Al termine dell'interrogatorio Carlo Taormina, difensore dell'ex sindaco di Anagni, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ai tanti giornalisti presenti fuori dal carcere di Regina Coeli. Nel corso dell'interrogatorio i difensori di Fiorito hanno chiesto (depositando istanza al Gip) la revoca della misura cautelare in carcere. La decisione del Giudice per le indagini preliminari Stefano Aprile sarà nota entro cinque giorni. All'interrogatorio ha partecipato anche il pubblico ministero, Alberto Pioletti. Fiorito è stato assistito dagli avvocati Carlo Taormina e Enrico Pavia. Il Batman di Anagni deve rispondere in relazione alla distrazione di circa 1,3 milioni di euro.

Sequestrati beni per 1,3 milioni

Il maxisequestro di beni di Franco Fiorito è del valore complessivo di un milione e 300 mila euro, ovvero la cifra che la Procura di Roma sostiene che l'ex capogruppo abbia sottratto ai fondi del Pdl della Regione Lazio, Una cifra finita sui conti di Fiorito e da lui in parte "investita" in beni immobili.

Sigilli anche la villa del Circeo e conti correnti
Su disposizione del Gip Stefano Aprile, che ha accolto la richiesta della Procura, il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza ha sequestrato oggi tre automobili e tra queste, oltre alla Bmw e alla Smart di proprietà dell'indagato, anche la jeep Wrangler che Fiorito acquistò in occasione della nevicata dello scorso anno. Autovetture che sono state affidate alla Guardia di finanza per attivitìtà di polizia. Il magistrato ha disposto il sequestro della villa al Circeo, in località Punta Rossa, composta da otto vani, «sino alla concorrenza del valore di 300mila euro». Sequestrato il denaro depositato sui conti correnti intestati o co-intestati a Franco Fiorito presso le agenzie Unicredit di Anagni Casilina, Roma Eur e Anagni, le filiali (due) del Monte Paschi di Siena, una della Deutsche Bank e una della Banca Popolare del Lazio. In più il denaro depositato sui conti in Spagna, a La Coruna, Barcellona, Santa Cruz de Tenerife e Madrid. Il denaro per un milione di euro sarà depositato sul fondo unico per la giustizia.

Gip Aprile: prove ben al di là del richiesto
«È il caso di evidenziare che nel presente procedimento si sono raccolte prove molto concrete che vanno ben al di là di quanto richiesto», afferma il giudice delle indagini preliminari Stefano Aprile in un passaggio del decreto di sequestro preventivo nei confronti di Fiorito. «Il quadro degli elementi raccolti nel corso delle indagini va ben oltre il fumus boni iuris sufficiente all'adozione del provvedimento di sequestro preventivo. Sussistono, a carico dell'indagato, i gravi indizi di colpevolezza «già descritti nell'ordinanza di custodia cautelare».

La battuta di Taormina
A chi chiedeva se Fiorito fosse intenzionato oggi a fare qualche nome l'avvocato Carlo Taormina con una battuta ha risposto: «Si, il suo».

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