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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2012 alle ore 08:12.

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ROMA
Un intervento dell'Imu prima della fine dell'anno ci sarà. A confermare un ritocco a breve è stato lo stesso sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, nel corso del dibattito in commissione Finanze sulla delega fiscale: «Si potrà intervenire sulla disciplina dell'Imu, con un provvedimento di legge ordinaria, che potrà essere approvato anche prima della fine dell'anno, e comunque in tempi rapidi». Difficile, però, ipotizzare al momento possibili ritocchi alla struttura del prelievo comunale. Fatta salva l'ipotesi, introdotta nella delega fiscale, di garantire l'invarianza di gettito con la riforma del catasto prevedendo, nel caso delle detrazioni Imu, anche una gradualità legata ai redditi dei nuclei familiari.
Nel respingere i numerosi emendamenti al testo del Ddl sulla delega fiscale e finalizzati a rivedere l'Imu, Ceriani ha osservato come «la proposta di attribuzione dell'intero gettito derivante dall'Imu ai Comuni non sarebbe effettivamente realizzabile lasciando invariato l'importo del fondo di riequilibrio». In sostanza Ceriani ha ribadito quanto già anticipato agli enti locali, ovvero che «la quota che oggi lo Stato incassa dall'Imu sugli immobili diversi dalla prima casa dovrà confluire direttamente nel fondo di riequilibrio». Cioè in quel contenitore cui la riforma federalista ha affidato il compito di ridurre le sperequazioni tra territori con più bassa capacità fiscale.
Come poi questo passaggio diretto dovrà essere regolato, ovvero con un passaggio delle somme prima incassate dallo Stato e poi riversate al Fondo o con un prelievo diretto dei Comuni, sarà oggetto di un confronto con l'Anci. Per quanto riguarda, invece, il veicolo legislativo da poter utilizzare Ceriani ha ricordato che ora le possibilità sul tappeto sono due: una norma da inserire nella legge di stabilità che il Governo si appresta a varare martedì prossimo, o un emendamento al decreto legge sugli enti locali licenziato giovedì sera dal Consiglio dei ministri e che inizierà a breve il suo iter parlamentare per la conversione in legge.
Per quanto riguarda, invece, più strettamente la delega fiscale approvata ieri in Commissione Finanze, in materia di tassazione degli immobili è passato il principio secondo cui la revisione del catasto dovrà garantire l'invarianza del gettito delle singole imposte il cui presupposto e la base imponibile sono influenziate da stime di valori patrimoniali e rendite prevedendo la modifica di aliquote, deduzioni e soprattutto, per quanto concerne l'Imu tenendo conto «delle condizioni socioeconomiche e dell'ampiezza e composizione del nucleo familiare, così come riflesse nell'Isee». Va detto che l'invarianza di gettito è difficilmente praticabile quando si parla di una realtà di 60 milioni di unità immobiliari che, per quanto possano essere standardizzate le future categorie catastali e la determinazione dei futuri valori, rappresenteranno diversità di imponibili difficili da inquadrare nel gioco di poche aliquote Imu.
Il Dl enti locali varato due giorni fa, tra l'altro, ha prorogato al 30 novembre il termine per la dichiarazione Imu, e ha confermato quello del 31 ottobre per le decisioni dei comuni sulle aliquote. La prima proroga era scontata, dato che le bozze del modello e delle istruzioni, che circolavano da un mese dopo che il Dipartimento delle finanze le aveva trasmesse all'Economia, erano rimaste in un cassetto di via XX Settembre. Gli inspiegabili ritardi hanno costretto il Governo allo slittamento. Questo, però, potrebbe essere una buona occasione per rivedere radicalmente modello e istruzioni, asciugando la casistica in base alla quale milioni di contribuenti, a partire da tutti quelli che hanno concesso l'immobile in locazione, dovrebbero presentare la dichiarazione.
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