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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 08:52.

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«E' un evento importante per noi, per l'Nba, per il basket europeo. Perciò quel che conta davvero è esserci. Anche se, certo, ci sarebbe piaciuto giocare meglio e magari creare qualche grattacapo ai Celtics». Forse il sugo di tutta la serata del Forum è proprio nelle parole del general manager dell'Olimpia Flavio Portaluppi. Davanti al popolo del basket, i 12mila arrivati al Forum d'Assago da tutta Italia dopo aver bruciato in poche ore, mesi fa, tutti i biglietti disponibili, Boston dilaga (105-75) sull'EA7 Emporio Armani Milano. Più del piatto forte, quindi, è stato importante il contorno: un super-spot non tanto per il basket nostrano, quanto per la palla a spicchi a livello globale

Non c'è partita – In molti storcono il naso di fronte al "trentello" che Milano si becca di fronte ai sempreverdi, che nessuna intenzione avevano di ripetere lo scivolone di 48 ore prima a Istanbul contro il Fenerbahce di Simone Pianigiani. E non hanno torto. Perché se è vero che fino ancora a vent'anni fa le stelle Nba già bastava poterle vedere da vicino per farsi firmare un autografo, oggi, nell'era delle distanze ridotte dalla comunicazione globale, dopo cinque minuti che vedi Garnett, Rondo e Pierce sul parquet vorresti subito giocartela, la partita, e possibilmente vincerla. Insomma, personalmente siamo convinti che il miglior spot per il basket sia la pallacanestro giocata, combattuta, "vera", e che magari alcuni aspetti di queste kermesse potrebbero ora essere ripensati e ammodernati

Futuro separato – Anche perché, con sano realismo e con concreta percezione del momento economico mondiale attuale, il commissioner David Stern ha ribadito proprio all'inzio di questo Nba Europe Tour che dello sbarco "vero" dell'Nba in Europa, con la creazione di una o più franchigie in corsa per l'anello anche al di qua dell'Oceano, per ora – e per molti anni a venire – non se ne parlerà. Fortunati allora i londinesi, i catalani o i berlinesi, che almeno potranno godersi con cadenza (quasi) annuale un paio di gare di regular season in trasferta, grazie a qualità degli impianti e a bacini d'utenza che garantiscono uno stabile e costante "sold out". A queste latitudini, invece, dovremo al massimo accontentarci di queste pur sempre prestigiose "gite" prestagionali, in attesa soprattutto di strutture all'altezza (neppure il Forum lo è) e di un pubblico sempre pronto a riempire gli spalti (ben difficilmente rivedremo nelle serate d'Eurolega il pienone di ieri, e la crisi e il caro-biglietti non possono essere l'unica spiegazione)

Contemporaneità – Sapore strano lascia in bocca anche la sostanziale contemporaneità imposta dalla tv alla gara-evento del Forum con il derby calcistico tra Milan e Inter. Anche qui, due partiti contrapposti: da una parte, i convinti sostenitori che una grande città come Milano può tranquillamente far convivere due o più appuntamenti sportivo di grande livello, senza che partecipazione e audience globale ne risentano; dall'altra chi invece sente un filo di nostalgia a ripensare alla "doppietta" che i milanesi riuscivano a fare ancora negli Anni Ottanta, rimbalzando tra San Siro e Palalido per seguire squadra calcistica del cuore e Olimpia. Altri tempi, si dirà, ma certo si poteva mettere a punto un "palinsesto" che creasse un minimo di separazione, di attesa, tra i due appuntamenti, e che magari regalasse a qualche fortunato anche l'ebrezza di poterci provare, anche stavolta, a centrare la prestigiosa "doppietta" Forum-San Siro

Gomiti e muscoli – Tornando poi all'aspetto tecnico della sfida, quel che resta negli occhi – pur con tutte le cautele del caso – è il ben diverso peso specifico che Fenerbahce ed EA7 sono riuscite a mettere in mostra contro i trifogli. In termini di gomiti, muscoli, atletismo, i turchi sono già una squadrone d'Eurolega fatto e finito. L'orizzonte con cui Milano si confronterà a brevissimo, a partire da venerdi, quando al Forum sbarcherà l'Efes Istanbul. Sapremo allora cosa avrà lasciate in gambe e testa l'aver visto i trifogli da vicino

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