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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2012 alle ore 11:39.

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Il terza linea Richie Mc Caw, capitano degli All Blacks, sabato è diventato il primo giocatore al mondo ad aver vinto 100 partite con la sua Nazionale (Ap)Il terza linea Richie Mc Caw, capitano degli All Blacks, sabato è diventato il primo giocatore al mondo ad aver vinto 100 partite con la sua Nazionale (Ap)

Non perdono una partita (o, meglio, le vincono tutte) da più di un anno. Nel frattempo, si sono presi un Mondiale e la prima edizione del Championship, il vecchio Tri Nations (Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia) allargato da quest'anno all'Argentina. Sanno superare, nel corso dei match, rari momenti di difficoltà per poi risorgere e imporsi grazie a una superiorità di gioco che al momento è indiscutibile.

Gli All Blacks neozelandesi vincono il Championship per distacco - con oltre il doppio dei punti di Sudafrica e Australia, seconde a pari merito - e stupiscono. I fattori da cui emerge il loro strapotere sono molti. Colpisce il fatto che, sulla base del reciproco doppio confronto, abbiano superato tutte e tre le avversarie molto più nettamente nella seconda partita che nella prima. Lascia a bocca aperta l'abilità dei giocatori di mischia in tutte le fasi di gioco: un tempo si distinguevano per il sostegno che erano in grado di dare ai velocissimi trequarti, ora hanno aggiunto una maestria eccezionale nel riciclo veloce della palla, una delle caratteristiche principali del rugby moderno. Sul piano individuale, poi, la miniera nera non corre mai il rischio di essere esaurita. E se ci sono fenomeni che, in mezzo a tanta concorrenza, mantengono il loro posto da più di dieci anni (su tutti il capitano Richie McCaw, che, con 112 presenze all'attivo, è diventato il primo uomo al mondo a vincere 100 test match internazionali), l'innesto di giovani è continuo e molto fruttuoso. Il nome del momento è quello del mediano di mischia Aaron Smith, 23 anni, moto perpetuo che potrà a lungo rivaleggiare con l'asso australiano Will Genia, ora assente per infortunio.

A torneo già vinto, la Nuova Zelanda ha ultimato il capolavoro andando a vincere al Soccer City Stadium di Johannesburg, il fulcro dei Mondiali di calcio sudafricani. Davanti a 80mila spettatori, gli Springboks padroni di casa sono partiti decisamente meglio, conquistando punizioni a ripetizione (a un certo punto della gara il conto dei penalty era di nove a zero!), ma alla fine del primo tempo erano in vantaggio di soli quattro punti. E nella ripresa si è visto in campo solo il colore nero, con un parziale di 20-0 che ha portato gli ospiti a vincere 32-16, conquistando pure il bonus per le quattro mete realizzate (di Whitelock, Nonu, Aaaron e Conrad Smith).

Naturalmente, ora c'è la curiosità di vedere se gli All Blacks incrementeranno la loro striscia attuale di 16 vittorie consecutive e di battere il record di 17, stabilito dal Sudafrica allenato da Nick Mallett a fine anni 90. A novembre saranni in Italia (sabato 17, a Roma, in uno stadio Olimpico che va già verso il tutto esaurito). Ma prima bisogna parlare dell'altra protagonista del Championship, e cioè l'Argentina. Che non è riuscita a coronare il suo primo torneo internazionale al massimo livello con una vittoria, ma ci è andata vicina almeno due volte (in casa con il Sudafrica, quando si è fatta rimontare fino al pareggio finale, e in trasferta contro l'Australia, che ha chiuso sul 23-19 ma a un certo punto era sotto di 10 punti).

A parte questo, solo in un'occasione - il 54-15 interno subìto da una Nuova Zelanda dell'altro mondo - i Pumas sono sembrati non all'altezza della situazione. Negli altri match hanno lottato ed esibito la solita mischia e la solita difesa da prime della classe. A fare difetto è l'abitudine ai ritmi più alti, la capacità di reggere quando l'azione avversaria si sviluppa con più e più fasi al massimo della velocità, senza respiro. Ma gli argentini ci sono, hanno la "garra", una grinta tutta loro, hanno la tecnica e la tradizione. Secondo un vecchio detto, ricordato dal papà del capitano Juan Martin Fernandez Lobbe sul ferry che portava i fan sudamericani da un'isola all'altra della Nuova Zelanda ai Mondiali 2011, "gli argentini sono italiani che parlano spagnolo". Ma rispetto agli italiani, almeno finora, nel rugby sono meglio.

THE CHAMPIONSHIP 2012
Risultati
Prima giornata: Australia-Nuova Zelanda 19-27; Sudafrica-Argentina 27-6
Seconda giornata: Nuova Zelanda-Australia 22-0; Argentina-Sudafrica 16-16
Terza giornata: Nuova Zelanda-Argentina 21-5; Australia-Sudafrica 26-19
Quarta giornata: Nuova Zelanda-Sudafrica 21-11; Australia-Argentina 23-19
Quinta giornata: Sudafrica-Australia 31-8; Argentina-Nuova Zelanda 15-54
Sesta giornata: Sudafrica-Nuova Zelanda 16-32; Argentina-Australia 19-25

Classifica finale*
Nuova Zelanda 26 punti; Australia e Sudafrica 12; Argentina 4
* Quattro punti per la vittoria, due punti per il pareggio, un punto di bonus alla squadra che segna almeno quattro mete e a quella che perde con meno di otto punti di scarto

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