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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 18:22.

Interpretare il Concilio Vaticano II come una «rottura» rispetto al passato per la Chiesa é un'idea «assurda, contraria allo spirito e alla volontà dei Padri conciliari»: lo scrive papa Benedetto XVI in un testo dedicato alla sua esperienza di teologo al Concilio. Il testo é stato preparato lo scorso agosto in vista della pubblicazione della raccolta dei suoi scritti dell'epoca e viene anticipato oggi nel volume speciale a colori dedicato dall'Osservatore Romano all'anniversario dell'apertura del Concilio che si celebra domani.
«Fu una giornata splendida quando, l'11 ottobre 1962, con l'ingresso solenne di oltre duemila Padri conciliari nella Basilica di San Pietro a Roma, si aprì il Concilio Vaticano II» scrive il Papa, che ricorda come fu «impressionante vedere entrare i vescovi provenienti da tutto il mondo, da tutti i popoli e razze: un'immagine della Chiesa di Gesù Cristo che abbraccia tutto il mondo, nella quale i popoli della terra si sanno uniti nella sua pace».
«A mezzo secolo dall'apertura, per il Vaticano II è venuto il tempo della storia, necessaria per capirlo, anche sul piano della fede, e per superare le mitizzazioni, in senso sia negativo sia positivo, che sono alla radice di aspri contrasti sulla sua interpretazione, storica e teologica» scrive il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, in un articolo in prima pagina, intitolato "Per raccontare quegli anni", in cui introduce il numero speciale che il giornale vaticano dedica al Vaticano II. Il numero speciale è stato tirato in 40mila copie, diffuse in spagnolo (20mila), italiano (12mila) e inglese (8mila).
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