Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2012 alle ore 15:03.

My24
Maruccio, il Batman dell'Idv un passato da paladino della moralità (Ansa)Maruccio, il Batman dell'Idv un passato da paladino della moralità (Ansa)

Piccoli Batman crescono. E ora anche il partito che sulla moralità ha costruito la sua stessa identità (e il suo nome) da ieri ha il suo supereroe. Vincenzo Maruccio, fino a quarantotto ore fa capogruppo dell'Italia dei valori alla Regione Lazio. Accusato dalla procura di Roma, proprio come il suo collega del Pdl Franco Fiorito, di essersi appropriato di 700mila euro di fondi che gestiva per conto del partito. Con una ventina di bonfici dalle causali «generiche e talora assenti» dai conti "pubblici" ai suoi conti personali e anche con qualche prelievo in contante. E anche se lui assicura di averli utilizzati esclusivamente per finalità politiche il pensiero va al suo predecessore illustre che aveva denunciato ai magistrati un vero e proprio sistema di spartizione dei fondi in Regione. Un passo falso, che segna una brusca battuta d'arresto nella carriera fulminante del giovane avvocato calabrese, classe 1978.

Dipietrista doc
Nato a Vibo Valentia, laureato in giurisprudenza a Roma, Maruccio diventa dirigente del partito di Di Pietro nel 2001. La sua prima esperienza in Regione inizia da "non eletto". Nel 2009 infatti entra, a soli trent' anni, come assessore esterno nella giunta Marrazzo uscita dall'ultimo rimpasto, prima con delega alla Tutela dei consumatori e poi ai Lavori pubblici. Poi alla tornata elettorale del 2010 è il più votato nelle liste dell'Idv in regione con oltre 8mila preferenze e diventa capogruppo del partito. E a ottobre dello stesso anno viene anche eletto segretario regionale. Un'ascesa senza intoppi fino a ieri, quando gli è piombata addosso l'accusa di peculato. Sotto il pressing di Di Pietro, Maruccio ha lasciato subito tutti gli incarichi. Ma l'ex capogruppo si troverà nel prossimo futuro ad affrontare anche un'altra vicenda.

Qualche giorno fa, infatti, la presidente della Regione, Polverini lo ha denunciato alla Corte dei Conti «per avere assegnato un arbitrato da 185 milioni di euro al suo collaboratore di studio, che era anche presidente di una società regionale». Il riferimento della governatrice è all'avvocato Sergio Scicchitano, già presidente di Lazioservice Spa, legale dell'Italia dei Valori. E i fatti riguardano la futura autostrada Roma-Latina.


Il cortocircuito
Il caso Maruccio non è solo l'ennesimo episodio di antipolitica, ma è soprattutto il segnale evidente del cortocircuito all'interno di un partito "personale", nato intorno alla figura carismatica del fondatore. Antonio Di Pietro, che ha fatto della retorica della moralità e dei valori la sua bandiera, ma poi la fretta con cui è stato costretto a mettere in piedi il proprio movimento non gli ha consentito di fare una selezione attenta della sua classe dirigente che in molti casi ha dimostrato di essere molto più vicina ai Fiorito-Batman che ai paladini di mani pulite. I fatti inoltre dimostrano come chi invoca il cambio generazionale per un vero rinnovamento della politica si sbagli di grosso. I due Batman del Laziogate fanno intuire che la buona politica non è forse solo una questione anagrafica.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi