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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2012 alle ore 07:22.

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Una foto di Domenico Condello rilasciata dai Carabinieri (Ansa)Una foto di Domenico Condello rilasciata dai Carabinieri (Ansa)

Domenico Condello, superlatitante della 'ndrangheta, è stato arrestato ieri sera dai carabinieri dopo 22 anni di ricerche. Era lui che gestiva la famiglia di 'ndrangheta del cartello dei Condello, storica famiglia mafiosa, dopo l'arresto del cugino il boss Pasquale, detto ''il supremo'' per il prestigio ottenuto in campo criminale, catturato sempre dagli uomini del Ros a febbraio del 2008, dopo 18 anni di latitanza.

Domenico Condello è stato bloccato ieri sera nella frazione Catona di Reggio Calabria dai carabinieri del comando provinciale e del Ros. «Il suo - dicono gli investigatori - è un arresto storico perchè era l'ultimo Condello rimasto libero sulla piazza». Condello deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio passata in giudicato. Inoltre era ricercato per diverse ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni ed altri reati.

Il suo covo, da oltre un anno era in un modesto appartamento di due piani, in via Sabauda, nel rione periferico di Catone. In pratica nel suo regno. Con lui è stato arrestato anche il suo vivandiere ed autista, un barbiere del rione Gallico, che era anche l'affittuario dell'appartamento dove il ricercato si nascondeva. Portato in caserma, Domenico Condello ha ammesso le sue generalità senza problemi, complimentandosi con gli uomini dell'Arma.

I segugi del Ros intanto, erano entrati nel suo "covo" dove tra l'altro è stata trovato una pistola calibro 7,65 con la matricola abrasa e un centinaio di proiettili per la stessa arma. Nel gabinetto dell'abitazione è stato rinvenuto un pizzino e un altro nella camera da pranzo. E poi tanto materiale, agende, appunti e altro ancora. Viveva li da almeno un'anno e mezzo, ha raccontato un vicino di casa che abitava nell'appartamento di sotto. «Ogni tanto lo vedevo, ma per lo più sentivo i passi ed entrare e uscire dalla porta». Il boss Domenico Condello stava sotto falso nome e si spacciava di essere il fratello del suo fiancheggiatore. Trasferito alla sede del Ros presso la scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria, il latitante è stato interrogato tutta la notte, poi alle prime luci dell'alba il trasferimento al comando provinciale reggino per le foto segnaletica e la notifica di diverse ordinanze di custodia cautelare a suo carico. Nelle prossime ore sarà trasferito nel carcere di massima sicurezza di Messina Gazzi.

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