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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2012 alle ore 15:51.

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Stefano Fassina (Ansa)Stefano Fassina (Ansa)

«Il ddl di Stabilità, per quanto è ora possibile sapere, ha un segno profondamente regressivo sul piano sociale e economico»: lo afferma il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, che boccia le misure riguardanti l'Irpef. «Servono significative modifiche» in Parlamento, sottolinea. «L'accoppiata minor aumento dell'Iva e riduzioni delle prime due aliquote Irpef - sostiene Fassina - penalizza i redditi più bassi, in particolare i 10 milioni di "incapienti", ossia quanti hanno redditi inferiori al minimo imponibile. Vuol dire che pensionati al minimo, giovani lavoratori e lavoratrici disoccupati e senza indennità di disoccupazione, esodati, pagheranno più Iva, senza alcun sollievo dall'Irpef, mentre quanti hanno redditi imponibili inferiori a 30.000 euro all'anno, non riusciranno a compensare la maggiore Iva».

«Inoltre - prosegue il responsabile economico Pd - vengono tassate in Irpef anche le indennità di invalidità e di accompagnamento, pari rispettivamente a 280 e 480 euro mensili. Chi ci guadagnerà saranno soltanto i redditi più elevati. All'effetto regressivo dell'Irpef si aggiunge l'intervento restrittivo sui lavoratori e le lavoratrici che assistono familiari non autosufficienti. Infine, vi sono il taglio del sostegno scolastico ai ragazzi e l'ulteriore pesantissimo taglio ai servizi sanitari. Quale criterio di equità segue il governo Monti? Robin Hood alla rovescia? Il percorso parlamentare - conclude - deve portare a significative modifiche».

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