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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2012 alle ore 08:13.

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ROMA
Uno scambio tra l'aumento delle ore di lezione, e più giorni di ferie. A parità di stipendio. Ma utile a superare il disallineamento tra orario di servizio dei docenti italiani e quello dei colleghi dei principali paesi europei.
È questo uno degli obiettivi della disposizione contenuta nella bozza del ddl Stabilità, che prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la modifica dell'orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado (incluso il sostegno) che salirà a 24 ore settimanali. Attualmente, l'orario di servizio dei docenti alla scuola primaria è di 22 ore più due di programmazione, mentre per i professori di medie e superiori è di 18 ore settimanali. Per questi ultimi quindi, secondo la disposizione contenuta nel ddl Stabilità, scatterebbe un aumento di sei ore settimanali, che potrà essere utilizzato «per la copertura di spezzoni orario disponibili nell'istituzione scolastica di titolarità; per l'attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo. Ma anche per i posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione». In cambio, i docenti di tutti i gradi di istruzione avranno un aumento di 15 giorni su base annua delle ferie retribuite. L'allungamento dell'orario di servizio (se diventerà effettivo) farà avvicinare l'Italia alle medie orarie di lavoro dei docenti previste negli altri paesi europei. Certo, le regole in merito al tempo di lavoro complessivo richiesto ai professori variano molto da paese a paese, ma secondo l'ultimo rapporto dell'Ocse, «Education at a glance 2012», pubblicato a settembre, emerge (dati 2010) come in Italia l'anno scolastico duri più a lungo rispetto alla media Ocse. Mentre il tempo complessivo di insegnamento dei docenti risulti inferiore. In tutti gli ordini di scuola gli insegnanti prestano servizio in Italia per 39 settimane, contro le 38 della media Ocse. Ma in Italia vi sono 770 ore nette di insegnamento annuale nella scuola primaria, e 630 nella secondaria inferiore e superiore, contro la media Ocse di 782 ore nella primaria, 704 ore nella secondaria inferiore e 658 ore nella secondaria superiore. Alla scuola media, per esempio, i docenti tedeschi lavorano 756 ore l'anno (e quindi ben 126 ore in più dei colleghi italiani), così come pure siedono di più in cattedra i professori inglesi (703 ore) e quelli spagnoli (713 ore). Anche alle superiori le 630 ore di servizio annue degli insegnanti italiani sono inferiori a quelle dei principali paesi partner europei, e si avvicinano solo all'orario dei docenti francesi (632 ore l'anno).
Se sarà confermato, il prolungamento dell'orario di lavoro dei docenti produrrà economie per circa un miliardo di euro l'anno. A parte il contributo chiesto all'Istruzione dal decreto 95 sulla spending review (182,9 milioni di euro per il 2013, 172,7 milioni per il 2014, e 225,5 milioni per il 2015), i maggiori risparmi resteranno nella scuola, assicurano fonti del ministero dell'Istruzione. L'idea, spiegano, è quella di creare un fondo ad hoc, destinando le risorse per «l'organico di rete e la sicurezza degli edifici scolastici».
Spulciando ancora tra le pieghe del ddl Stabilità spuntano anche altre norme sulla scuola. Viene confermata per l'anno scolastico in corso (2012/2013) la "salva precari" con la possibilità quindi che Miur e regioni promuovano progetti - da tre mesi prorogabili a otto - per docenti e Ata inclusi nelle graduatorie, ma rimasti senza incarico per via dei tagli. I prof inidonei (prima di passare ad amministrativi) potranno chiedere una nuova visita medica, e se l'esito sarà favorevole potranno rientrare ma solo su posti vacanti e disponibili. Inoltre per evitare "i diplomi facili" si prevede che le classi delle scuole private che vogliono la parificazione (alle statali) non possano essere composte da meno di otto alunni. E alle superiori è sempre vietata la costituzione di classi terminali collaterali (micro classi finalizzate all'ottenimento della maturità).
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