Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2012 alle ore 14:32.

My24

La nuova alba della politica energetica nazionale, chiamata a sorreggere il rilancio della nostra traballante economia, potrebbe sorgere domani. Dopo sei mesi di serrato dibattito, svolto perfino con una (apprezzabile) consultazione pubblica, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera dovrebbe portare al Consiglio dei ministri la versione definitiva della strategia energetica nazionale, da trasformare in quel "piano" che manca da oltre vent'anni e che è stato annunciato come "imminente" da tutti gli ultimi governi in carica. I contenuti sono in gran parte noti, grazie al confronto con le imprese e perfino con i sindacati avviato prima dell'estate e alle bozze progressivamente raffinate che sono giunte in formalmente sul tavolo dei giornalisti.

Intenzioni pregevoli, perfino mirabolanti. Ecco una nuova drastica spinta all'efficienza energetica, il raddoppio delle estrazioni nazionali di petrolio e gas, un sistema di distribuzione dei carburanti finalmente più moderno ed efficiente. Ecco il rilancio degli incentivi alle energie rinnovabili eliminando però i sovracosti sulla bolletta elettrica di tutti gli italiani. E dunque un piano di investimenti pubblici da 180 miliardi di euro al 2020. Per aggiungere un punto, portandolo al 19%, all'abbattimento delle emissioni di gas serra a cui ci impegna l'Unione europea. Nel 2020 i prezzi finali dell'energia, ma anche quelli dei carburanti, dovranno allinearsi all'Europa abbattendo a 14 miliardi di euro l'anno dai 62 miliardi attuali la fattura energetica italiana, riducendo la nostra dipendenza record dall'import energetico dall'84 ad un comunque rilevante 67 per cento.

Ce la farà il Governo, ce la farà l'Italia? Le ottime intenzioni si scontrano (già lo stanno facendo) con una serie di pesanti incognite. Prendiamo il raddoppio delle stazioni petrolifere. A negare se stesso è, lo ha fatto pochi giorni fa, direttamente il Governo: il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti ha rassicurato gli oppositori che il limite delle 12 miglia per le zone di rispetto delle estrazioni, introdotto due anni fa senza alcun riscontro con i criteri europei e mondiali, non verrà riportato al precedente limite fisiologico delle tre miglia. C'è da chiedersi, con questi presupposti, come e quando la moltiplicazione delle nostre fonti di idrocarburi potrà essere attuata.

Italia hub del gas per tutta Europa rafforzando le infrastrutture senza troppa paura dell'eccesso di gas, sancisce il Governo nel piano. Ma l'idea è stata già impallinata, nelle ultime audizioni parlamentari, sia dagli strateghi dell'Eni che da quelli dell'Enel. La riforma-razionalizzazione della rete dei carburanti? Ci si prova, concretamente e con impegno, da vent'anni. Il piano rinvia alle promesse già fatte alle e alle soluzioni già individuate. Anche qui la sfida non sarà facile.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi