Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2012 alle ore 06:38.

My24


La madre di tutte le riforme. Il Governo di Cuba ha annunciato ieri che i cubani potranno viaggiare all'estero. Liberamente, o quasi. Sarà necessario solo il passaporto. A partire dal prossimo 14 gennaio verrà eliminato il visto di uscita, così come la lettera di invito, finora pretesa dalla burocrazia cubana per consentire un viaggio all'estero a un cittadino cubano. Un annuncio di grande effetto che però potrebbe nascondere trappole. Mirate a vanificarne gli effetti.
Nell'alveo della riforma della Legge migratoria, il nuovo regolamento ridefinisce la durata del soggiorno all'estero, prolungata da undici a 24 mesi.
La nuova, anelata, procedura entrerà in vigore 90 giorni dopo la sua pubblicazione, avvenuta ieri, sulla Gazzetta ufficiale di Cuba. Scorrendo il testo, reperibile sul sito del ministero degli Esteri, si nota che vi sono eccezioni, e riguardano gli scienziati e i militari. Non solo. Anche «la forza lavoro qualificata per lo sviluppo economico, sociale e tecnico-scientifico del Paese». Non beneficeranno della riforma neppure i "responsabili civili", chi ha obblighi statali, chi deve ancora svolgere il servizio militare e chi ha pendenze con la Giustizia.
L'opposizione cubana, negli ultimi cinquant'anni, ha sempre rimarcato la soppressione di un diritto elementare, quello di viaggiare. La blogger Yoani Sanchez ha mandato in rete migliaia di racconti, descrizioni di una delle più odiose prevaricazioni. Finora quei pochi che riuscivano a espatriare non potevano restare all'estero più di undici mesi. In caso di violazione rischiavano di vedere i loro beni confiscati e di essere considerati come espatriati definitivi, generalmente senza alcuna possibilità di tornare. Sanchez scrive su twitter: «Le sbarre dell'isola si aprono? Urra! Chiederò subito il passaporto». Poi però, con ironia, ammette di non farsi troppe illusioni.
Questa riforma sui viaggi all'estero era molto attesa a Cuba; ma per ora è difficile capire se sarà davvero attuata. Viaggiare senza richiedere alcun permesso alle autorità è il sogno di milioni di cubani, un sogno infranto sulla plasticità della burocrazia che a L'Avana, da 53 anni a oggi, si adatta e si rimodula sulla base di circostanze variabili.
Le possibili trappole che si nascondono nelle pieghe di quest'annuncio, sono varie: la prima rigurda le autorità cubane, che mantengono il diritto alla concessione dei passaporti. E quindi resta ampio il margine di arbitrarietà con cui vengono rilasciati. La seconda riguarda i costi del passaporto che potrebbero mantenersi elevatissimi per un cubano che guadagna 15 dollari al mese.
La terza trappola, messa in luce dai cubani residenti a Miami, riguarda la possibilità di rientro: l'Associazione "Cubademocratica Ya", spiega che «le difficoltà permangono e la riforma non prevede percorsi più agevoli. I cubani dovranno richiedere permessi presso consolati cubani all'estero». La comunità cubanoamericana di Miami, qualche mese fa, ha comunque salutato con entusiasmo il primo collegamento marittimo con L'Avana. Dopo cinquant'anni.
Raul Castro, dal 2008 a oggi, ha attuato alcune riforme che però sono state rese inefficaci dalla rigidità del modello socialista, mai davvero riformato o attualizzato. Sì, è innegabile che siano state introdotte dosi di economia di mercato. Omeopatiche però. È vero che i negozi de L'Avana vendono telefonini, lavatrici e computer. Ma i prezzi sono più alti che a New York o a Londra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi