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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2012 alle ore 12:24.

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La troika lascia Atene senza accordoLa troika lascia Atene senza accordo

Mentre Nourile Roubini annuncia l'uscita di Atene nel 2013 al 50% alcuni rumor provenienti da Bruxelles e Berlino davano l'accordo con la troika in rappresentanza dei creditori e il governo greco guidato da Antonis Samaras, ormai imminente, ma ancora una volta l'intesa è saltata all'ultimo momento.
La troika lascia così oggi Atene e, secondo Skai.gr, che cita una fonte del ministero delle Finanze greco, le trattative proseguiranno via mail. L'inviato dell'Fmi il danese Poul Thomsen, alla fine della riunione della troika con il ministro delle Finanze Yannis Stournaras e quello del Lavoro Yannis Vroutsis, ha detto diplomaticamente che c'è "accordo sulla maggior parte delle questioni di carattere politico, per quelle poche che mancano raggiungeremo presto un accordo". Anche Stournaras ha parlato di "importanti progressi". Ma la sostanza è che i due partiti di sinistra della coalizione di governo, Il Pasok e la Sinistra democratica, sono contrari a nuove modifiche sui contratti di lavoro, richiesta messa sul piatto all'ultimo momento dalla troika per dare più flessibilità al mercato.

Il no di Venizelos. "Il pacchetto delle misure deve condurre la Grecia definitivamente fuori dalla crisi, altrimenti non si convincono i mercati - ha detto il leader del Pasok - Ulteriori interventi sui diritti dei lavoratori non aiutano la produttività e nemmeno l'occupazione".
Dello stesso tono il commento di Fotis Kouvelis secondo il quale "le pretese della troika mirano alla distruzione di tutti i diritti dei lavoratori e superano ogni capacità di resistenza della società". "Le trattative con la troika continuano", ha aggiunto ribadendo che "ciò che la troika chiede non ha nulla a che fare con quello che deve affrontare la Grecia in rapporto al taglio di 11,5 miliardi di euro" nel biennio 2013-2014.

Sciopero di due giorni. A partire da oggi la Grecia resterà paralizzata di nuovo per due giorni per effetto dello sciopero generale di 24 ore indetto per domani, 18 ottobre, dai due maggiori sindacati del Paese - la Gsee e l'Adedy, che raggruppano rispettivamente i lavoratori del settore privato e di quello pubblico - in segno di protesta contro le dure misure di austerità che il governo sta per varare in cambio della concessione della nuova tranche di aiuti da 31,5 miliardi.
Oggi scioperano gli operatori di tutti i mezzi d'informazione a partire dalle 6:00 fino alla stessa ora di domani, mentre sempre per domani i giornalisti si asterranno dal lavoro per quattro ore a partire dalle 11:00 fino alle 15:00. Oggi incrociano le braccia anche i medici ospedalieri, i notai, gli avvocati e i farmacisti di tutta la Grecia, mentre alle 12:30 gli iscritti alle associazioni dei liberi professionisti si sono dati appuntamento davanti alla sede dell'Ordine degli Avvocati per inscenare una manifestazione nell'ambito delle loro iniziative comuni.
Per domani, giovedì 18 ottobre, data della riunione del Vertice europeo a Bruxelles, scenderanno in piazza ad Atene gli aderenti alla Gsee e all'Adedy con una manifestazione di protesta nella centralissima piazza Pediontu Areos. Allo sciopero aderiscono anche i commercianti e gli artigiani, gli affittuari delle edicole, i tabaccai e i lavoratori marittimi - quindi anche i traghetti da e per le isole resteranno all'ancora nei porti - mentre pure i mezzi di trasporto pubblico (tram, taxi, autobus e metro) resteranno fermi per tutta la giornata. Da parte loro, i controllori del traffico aereo devono ancora decidere se aderire o meno allo sciopero. Ma solo l'incertezza causa un danno al traffico aereo.
Appare ormai inevitabile che l'intesa sulla Grecia verrà discussa al vertice del Consiglio europeo di giovedì e venerdì e poi al primo eurogruppo a novembre.

Credit agricole adieu a la Grece. La banca francese Credit Agricole vende la controllata greca Emporiki a Alpha Bank e fa sapere che l'operazione, che sarà conclusa entro fine anno, impatterà negativamente per 2 miliardi di euro sui conti del terzo trimestre. Con la cessione di Emporiki Credit Agricole dice addio ai suoi investimenti in Grecia iniziati sei anni fa e trasformatisi in un incubo.

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