Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2012 alle ore 20:17.

My24

I social network, a partire da Twitter, non sono solo strumenti per giovani maniaci del web. Ma sempre più influenzeranno anche il business delle aziende, nessun settore escluso. Il trend è già realtà negli Stati Uniti e presto sarà un argomento con cui dovranno confrontarsi anche le aziende italiane.

Si consulta la rete prima di acquistare
Negli Stati Uniti, 81 delle 150 aziende più grandi hanno una quota del loro budget investita nel difendere la propria reputazione su Internet: basta un giudizio negativo di un ex dipendente per distruggere un marchio storico. Non sembra una esagerazione: negli States il 97% dei consumatori prima di acquistare un prodotto cerca informazioni su internet e il 90% ha fiducia nelle recensioni che trova sul web.

Reputazione contro brand
Dell'argomento si è discusso a Roma nella terza edizione dell'Ics Pomilio Blumm Summit, dal titolo: Tweet E-reputation, verso la società trasparente tra meritocrazia e democrazia digitale. All'evento hanno partecipato in collegamento da San Francisco, Biz Stone, cofondatore e direttore creativo di Twitter, e Michael Fertik, fondatore di Reputation.com

L'impatto non previsto di Twitter
«Quando abbiamo creato Twitter – ha raccontato Stone – siamo partiti da qualcosa di totalmente diverso. Stavamo lavorando a un sistema di podcasting. Abbiamo impiegato due settimane per elaborare il programma e poi l'abbiamo fatto testare a un migliaio di persone. Durante un evento in Texas, una persona con un tweet diede appuntamento agli amici in un pub. Dopo pochi minuti quel pub era superaffollato».

Aziende più interattive
Ma anche le aziende, negli Usa, stanno iniziando a capire come utilizzare Twitter. «Una compagnia aerea americana – ha proseguito Stone – si limitava a inviare tweet in cui rimandava a notizie sul suo sito. Dopo le proteste degli utenti, che chiedevano una interazione maggiore, l'azienda ha cambiato politica, iniziando a diffondere info per esempio sui ritardi nei voli, aumentando notevolmente il traffico Twitter».

Tre quarti del valore aziendale legato alla reputazione
Tutte mosse che rientrano nella strategia che punta a difendere la reputazione aziendale su internet. «Il 75% del valore di un'impresa è legato alla reputazione più che al brand – ha spiegato Fertik – tuttavia ancora il 51% del traffico su Twitter è legavo a messaggi generati automaticamente da computer con il solo scopo pubblicitario».

Solo l'1% degli utenti crea contenuti
Eppure, prosegue Fertik, «i dati dimostrano che le aziende che investono nel difendere la loro reputazione su internet hanno un ritorno maggiore». Non è un lavoro facile, visto che «internet non è democratico nel generare contenuti. In rete, solo l'1% degli utenti crea contenuti, il 9% li ripete e il 90% si limita a riceverli».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi