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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2012 alle ore 18:16.

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Carmela Petrucci- AnsaCarmela Petrucci- Ansa

La polizia è arrivata all'assassino di Carmela Petrucci, la diciassettenne uccisa a Palermo dall'ex fidanzato della sorella, aggredita e rimasta gravemente ferita, seguendo le tracce del suo cellulare. Il telefonino dell'aggressore, in fuga dopo l'assassinio, avrebbe agganciato le celle della zona di Bagheria. Così gli agenti sono riusciti a rintracciare Samuele, questo il nome del ragazzo, che era appena arrivato alla stazione ferroviaria della cittadina.

Il Pm di turno, Caterina Malagoli, sta andando in questura per l'interrogatorio del ragazzo che secondo le prime ricostruzioni, non si sarebbe rassegnato alla fine della storia con Lucia Petrucci la sorella della vittima. Da tempo l'avrebbe molestata tentando di convincerla a riprendere la storia: oggi le due sorelle, uscite da scuola, avrebbero visto da lontano, mentre tornavano a casa, l'aggressore e avrebbero citofonato chiedendo al fratello di aprire in fretta il protone. Ma Samuele le avrebbe raggiunte: la vittima avrebbe cercato di proteggere la sorella facendole scudo con il suo corpo e avrebbe ricevuto le coltellate più violente.

Assassino confessa, ho perso la testa
Dopo tre ore di interrogatorio Samuele Caruso, il 23/enne che ha ferito la ex fidanzata, Lucia Petrucci, accoltellandola e ha ucciso la sorella Carmela Petrucci, 17 anni, ha confessato il delitto e l'aggressione. Al Pm che l'ha sentito in Questura, subito dopo l'arresto avvenuto nella stazione ferroviaria di Bagheria, ha detto di aver agito in preda ad un raptus e di avere perso la testa. Caruso non si sarebbe rassegnato alla fine della storia d'amore con la ex fidanzata e l'avrebbe perseguitata per settimane. Oggi l'ha aspettata sotto casa e l'ha accoltellata. La sorella, Carmela, 17 anni, ha cercato di mettersi in mezzo ed ha avuto la peggio. L'assassino è stato rintracciato, mentre cercava di fuggire, grazie all'esame dei tabulati del suo cellulare che hanno rivelato le celle a cui il telefonino si andava agganciando durante gli spostamenti. Il Pm chiederà al Gip la convalida del fermo e la misura della custodia cautelare in carcere.

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