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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2012 alle ore 17:40.

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Samuele Caruso (Ansa)Samuele Caruso (Ansa)

«Mia sorella come sta?». È la domanda che Lucia Petrucci, 18 anni, ha rivolto a padre, madre e al fratello Antonio che le hanno fatto visita nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Cervello, a Palermo, dove la ragazza è ricoverata per le coltellate inferte dall'ex fidanzato Samuele Caruso, 23 anni. Il ragazzo, arrestato dalla polizia, ieri ha ucciso Carmela, di un anno più giovane di Lucia, dopo averla aggredita.

«Tua sorella è più grave, se ne stanno occupando altri dottori in un altro ospedale», hanno risposto i familiari a Lucia rispettando le indicazioni degli psicologi incaricati di assistere i genitori delle due ragazze e di preparare la giovane prima di darle la notizia della morte della sorella.
«Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare più vicina in queste ore - dice Giuseppe Termine, primario del reparto di Chirurgia del Cervello -. Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già della morte della sorella».

La Procura di Palermo non crede all'ipotesi di un raptus
A Palermo intanto continuano le indagini, dopo che Samuele Caruso ha confessato di aver ucciso la studentessa 17enne Carmela, sorella della sua ex ragazza, colpevole soltanto di aver cercato di difenderla durante una lite scoppiata tra i due ieri pomeriggio nel capoluogo siciliano.

La procura di Palermo non crede che sia stato un raptus ad armare la mano del 23enne contro le sorelle. Due coltellate, in particolare, sferrate al collo, sono state fatali, secondo quanto emerso da un primo esame sul cadavere, oggi approfondito nell'autopsia all'Istituto di medicina legale del Policlinico. Così, il magistrato Caterina Malagoli, che coordina l'indagine condotta dalla polizia, contesta l'omicidio volontario premeditato, aggravato dai motivi futili e abietti.

Gli investigatori pensano a un complice
Spunta anche l'ipotesi di un complice, che potrebbe aver aiutato il ragazzo. Gli investigatori della polizia hanno recuperato un coltello nascosto in un motorino lasciato in piazzale Giotto a Palermo che potrebbe essere quello utilizzato da Samuele Caruso per uccidere Carmela Petrucci e ferire la sorella Lucia. Potrebbe essere stato lo stesso giovane a dare ai poliziotti indicazioni per trovare l'arma.
Il coltello sarebbe di tipo "butterfly" molto tagliente.
La polizia ora sta indagando per sapere se qualcuno ha aiutato l'assassino che è stato trovato con la mano fasciata e con abiti diversi da quelli che indossava al momento dell'omicidio.
Non è escluso che il giovane sia andato a casa prima di tentare la fuga ed essere arrestato.

Samuele Caruso temeva che la sua ex, Lucia, sorella della vittima e ferita con una ventina di coltellate, avesse un'altra relazione. Il giovane ne avrebbe parlato nel corso dell'interrogatorio con gli inquirenti. Per questo motivo, secondo gli investigatori, sarebbe uscito da casa armato di coltello: ciò escluderebbe il raptus di follia.
«Ho colpito Carmela per sbaglio, perché Lucia si è difesa con le mani», ha detto Samuele Caruso agli inquirenti durante l'interrogatorio.
L'ex fidanzato di Lucia è accusato di omicidio volontario e tentativo di omicidio.

La dinamica dell'omicidio
Tra Samuele e Lucia c'era stata una relazione alla cui fine il ragazzo non voleva rassegnarsi. Così ieri il giovane ha atteso sotto casa della ex ragazza il rientro delle due studentesse da scuola, per cercare un chiarimento, un ultimo tentativo di riconquistare un amore perduto. Invece ne è nata una violenta lite in cui a farne le spese è stata proprio la sorella più piccola, raggiunta da diverse coltellate che non le hanno lasciato scampo.
A quel punto il ragazzo è fuggito, ma il suo percorso è stato monitorato dalle forze dell'ordine grazie alla mappatura delle cellule telefoniche, e indirizzate su di lui dalla ex ragazza, rimasta ferita ma non in pericolo di vita.
Dopo l'omicidio, Samuele ha raggiunto Bagheria ed è stato fermato vicino alla stazione, dalla quale probabilmente sarebbe partito per chissà quale destinazione. Nel corso della colluttazione con le vittime, il ragazzo è rimasto ferito ad una mano, e la polizia scientifica è riuscita ad individuare le sue tracce che lo hanno accompagnato dal luogo del delitto sino al paese in provincia di Palermo.

Samuele ragazzo "normale"
Un ragazzo "normale", Samuele, che come tutti i suoi coetanei aveva una pagine su Facebook dove quotidianamente annotava gli episodi della sua "vita normale", compreso il dolore per quell'amore finito e che non gli lasciava scampo. Un amore che ha trovato il suo epilogo nel sangue.

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