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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2012 alle ore 19:56.

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Maurizio Martina e Giuseppe Civati (Fotogramma)Maurizio Martina e Giuseppe Civati (Fotogramma)

I leghisti che durante il week end hanno votato ai gazebo nelle piazze lombarde non hanno dubbi: il loro candidato per la presidenza della Regione Lombardia sarà Roberto Maroni. Ad annunciarlo il segretario nazionale della Lega Lombarda, Matteo Salvini il quale ha spiegato che sono state raccolte 210 mila schede e, quando lo scrutinio non è ancora terminato, Maroni è arrivato al 76% dei voti, mentre lo stesso Salvini al 18%. Il resto delle preferenze è andato, nell'ordine delle centinaia, al presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, all'ex ministro Roberto Castelli, al vice presidente della Lombardia Andrea Gibelli e al sindaco di Varese Attilio Fontana. Ma c'è anche chi è andato ai gazebo per scrivere i nomi di Roberto Formigoni, Gabriele Albertini e Matteo Renzi.

Se i lumbard sull'aspirante governatore sembrano avere le idee chiare, il Pd dopo il rifiuto di Umberto Ambrosoli a presentarsi per il centrosinistra, sta cercando un candidato credibile. In grado di raccogliere consenso, come avrebbe potuto fare Ambrosoli, anche tra la società civile, oltre il perimetro tradizionalmente democratico. Unica cosa certa, per ora, le primarie che nel caso di un sì da parte di Ambrosoli avrebbero potuto essere evitate.

Alcuni candidati sono già in pista, a partire da Alessandra Kustermann, primario di ostetricia e ginecologia della clinica Mangiagalli di Milano, che si è detta disponibile. Resta in piedi anche l'ipotesi Bruno Tabacci che si è sfilato dalle primarie per la premiership. Da Sel si è fatto avanti Giulio Cavalli, autore teatrale e consigliere regionale eletto con Di Pietro e poi passato con Nichi Vendola.

Tra i consiglieri democratici è pronto a correre Giuseppe Civati, per portare avanti «una politica di razionalizzazione di spese e competenze della Regione». Ex rottamatore, un tempo vicino a Renzi ha poi rotto con il sindaco di Firenze dopo l'incontro con Berlusconi ad Arcore. Per i due potrebbe essere l'occasione della pace, se non fosse che i renziani sembrano puntare su altri nomi, come Giorgio Gori e Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi. Ma in Lombardia, ci tiene a sottolineare Civati, il candidato del Pd sarà uno solo. Insomma il consigliere regionale popolare sui social network non intende (almeno per ora) ripercorrere le orme di Renzi e marca equi distanze dal rottamatore e da Bersani. Con il sindaco di Firenze si sono incontrati un mese fa quando Renzi ha fatto tappa a Milano, ma con il segretario si sentono spesso, racconta. Fa piacere, ammette Civati «ricevere attestati di stima dagli elettori lombardi come sta accadendo in questi giorni», ma «la cosa importante è che per la corsa alla Regione ci sia una bella squadra».

Insomma il consigliere Pd è a disposizione ma prima di mettersi le scarpette e cominciare davvero a correre per la presidenza della Regione Lombardia aspetta che si concluda la discussione nel partito, per capire se e quali saranno gli altri possibili candidati. Tra i democratici si fa il nome anche di Maurizio Martina, eletto nel 2007 primo segretario del Partito democratico della Lombardia con più di 270mila voti e riconfermato nel 2009 con oltre il 54% dei consensi alle primarie. Sollecitazioni arrivano pure per Fabio Pizzul, recordman di preferenze al suo battesimo politico, eletto consigliere regionale per la prima volta nel 2010 con 10.535 voti.

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