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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 19:05.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2012 alle ore 17:14.

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Il Comitato di Matteo Renzi ha presentato ricorso al Garante per la Privacy contro il regolamento delle primarie. Il regolamento per le primarie, si legge nel ricorso, violerebbe la legge della Privacy a partire dal «principio fondamentale» che garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, con particolare riferimento «alla riservatezza e al diritto alla protezione» dei dati personali. «Con queste regole il Pd tutela i dati sensibili dei cittadini quando si iscrivono al partito - ha scritto su Twitter Roberto Reggi, responsabile della campagna di Matteo Renzi - ma non quando votano».

Bersani: regole deliberate all'unanimità
«Sono regole che abbiamo deliberato all'unanimità, adesso ci sono i garanti che devono farle rispettare». Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha commentato il ricorso al garante della Privacy del comitato di Matteo Renzi. «Le regole non le ho io, sono in mano ai garanti», ha sottolineato Bersani arrivando alla conferenza stampa con il leader della Spd, Sigmar Gabriel.

I bersaniani: di che cosa si ha paura?
«La trasparenza è un valore irrinunciabile per dare forza alla partecipazione. Chi va a votare alle primarie contribuisce ad una scelta decisiva per l'Italia e per il centrosinistra», ha commentato Roberto Speranza, coordinatore del Comitato Bersani. «Non capiamo sinceramente - ha aggiunto - le ragioni di tanta preoccupazione che traspare dal ricorso presentato dal comitato per Renzi. Chiedere di firmare l'appello pubblico per il centrosinistra significa chiedere, a chi si assume la responsabilità di decidere il prossimo candidato presidente del consiglio, di prendersi a sua volta la responsabilità di far parte di una comunità che si impegna per il successo del centrosinistra alle elezioni politiche. Perché nascondersi? Perché si é contro la trasparenza? Di cosa si ha paura?».

I renziani: quattro gli articoli dello statuto disattesi
Il regolamento delle primarie del centrosinistra «violerebbe la legge sulla privacy «in quattro articoli: il 2, il 3, l'11 e il 23». Nel testo si chiede all'Authority di «valutare la legittimità del regolamento» e «indicare quali correttivi» siano possibili per rendere il testo «rispettoso della legge».

Nel mirino del Comitato Renzi i diritti dei sedicenni
Lo Statuto del Pd prevede iscrizione anche per via telematica e diritto di voto ai sedicenni: disposizioni disattese nelle regole delle primarie, secondo la denuncia del Comitato per Renzi al Garante della Privacy. Lo statuto del Pd prevede, è scritto nel ricorso, che «l'iscrizione al partito così come la registrazione nell'Albo degli elettori e delle elettrici possono avvenire anche per via telematica, sono individuali e sono perfezionabili a partire dal compimento del sedicesimo anno di età». Secondo il comitato che sostiene la candidatura di Matteo Renzi, «la registrazione on line e il voto ai sedicenni sono due temi che l'assemblea del Pd del 6 ottobre 2012 ha omesso di ricordare nella delega rilasciata al segretario del Pd, ma crediamo si tratti di una svista posto che le norme statutarie sono derogabili sono con una modifica dello statuto stesso».

Le norme non chiare per i legali del Comitato
Il regolamento, ricordano gli avvocati Giacomo Bei e Alberto Bianchi, prevede la sottoscrizione di un appello pubblico in sostegno della coalizione di centrosinistra, «il rilascio di una dichiarazione di riconoscersi nella Carta di intenti» e «l'iscrizione del proprio nome nell'Albo» degli elettori. La norma però non è chiara secondo i legali del Comitato. «Ci si può chiedere se la sottoscrizione dell'appello pubblico comporti o meno la diffusione dei nomi dei sottoscrittori e in che forme questo possa avvenire», si spiega. E lo stesso vale per l'albo degli elettori. «Questa intrinseca ambiguità del regolamento è gravemente censurabile», assicurano gli avvocati, «ma ancor più grave è il rischio (che pare davvero attuale) che tanto la sottoscrizione dell'appello pubblico quando l'accettazione dell'inserimento del proprio nome nell'Albo» siano «finalizzati anche alla pubblicazione o comunque alla diffusione dei dati stessi».

Il ricorso è firmato da Carrai
Il ricorso è firmato da Marco Carrai, presidente del Comitato per la candidatura di Matteo Renzi. Il Comitato, tra l'altro, chiede la registrazione online come una delle modalità per poter partecipare alle primarie.

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