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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 06:40.

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MILANO
La Regione Lombardia da ieri ha una nuova giunta "ibrida", un po' tecnica e un po' politica, come il governatore Roberto Formigoni aveva preannunciato su twitter. Ma la squadra avrà vita breve: servirà a traghettare il Pirellone verso elezioni anticipate (tra dicembre e aprile) e a chiudere le partite più urgenti, tra cui il bilancio consuntivo 2012. Gli assessori sono undici, di cui tre del Pdl, uno della Lega e 7 tecnici, più un sottosegretario e un delegato alla Trasparenza. La vecchia giunta ne contava 16.
Ecco i nomi: Andrea Gibelli all'Industria (confermato vicepresidente); Valentina Aprea al Lavoro; Giovanni Bozzetti al Commercio; Romano Colozzi al Bilancio; Giuseppe Elias all'Agricoltura; Andrea Gilardoni alle Infrastrutture; Nazzareno Giovannelli all'Urbanistica; Filippo Grassia allo Sport; Mario Melazzini alla Sanità; Carolina Elena Pellegrini alla Famiglia; Leonardo Salvemini all'Ambiente. Paolo Alli rimane sottosegretario con delega sull'Expo mentre Giuseppe Grechi è il delegato alla Trasparenza.
Gibelli, Aprea e Colozzi erano già assessori della giunta precedente; gli altri 8 sono nuovi. Dietro le quinte, è proprio Gibelli il vincitore di questa partita. Considerato dai leghisti come il più vicino all'area Pdl-Cl, e da Cl come il più affidabile dei leghisti, alla fine è stato riconfermato proprio perché punto di contatto fra i due partiti. Secondo il segretario regionale del Carroccio, Matteo Salvini, spetterà a lui il compito di «vigilare su ogni euro speso».
Chiusa la vicenda della nuova giunta, si apre quella più delicata del consiglio regionale, e della sua incerta durata: potrebbe decadere venerdì 26 ottobre oppure arrivare fino a martedì. Ma potrebbero esserci sorprese e durare ancora. Il parlamentino lombardo dovrebbe solo modificare la legge elettorale regionale abolendo il famigerato listino, ovvero quel gruppo di 8 consiglieri che non vengono votati ma "agganciati" al nome del presidente.
Il dibattito potrebbe essere complicato dal braccio di ferro tra Lega e Formigoni sulla data delle elezioni: il Carroccio vuole allungare la vita del consiglio e arrivare a un election day ad aprile, per avere il tempo di trattare col Pdl su scala nazionale e regionale, imponendo come candidato in Lombardia il segretario Roberto Maroni; Formigoni vuole votare a dicembre, rimanere da solo al timone del Pirellone per due mesi e organizzare una corrente centrista, guidata da Gabriele Albertini, in grado di fare da ago della bilancia, sfruttando il breve tempo di "reazione" del mondo politico.
Ieri è stato intanto reso noto il risultato delle consultazioni primarie della Lega: un plebiscito per Maroni (circa 76% delle preferenze) nei 1.700 gazebo allestiti in in Lombardia, Così, ora che il Carroccio ha trovato ufficialmente il suo candidato, è disponibile a primarie di coalizione, ma resta contrario a sciogliere il consiglio questa settimana.
Intanto anche il centrosinistra cerca un candidato. I nomi già noti sono Pippo Civati (Pd); la ginecologa della Mangiagalli Alessandra Kustermann; Bruno Tabacci, assessore al Bilancio di Milano, anche se per lui non si esclude un ruolo nel futuro governo. Infine, è spuntato anche il nome di Fabio Pizzul (Pd).
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LA SQUADRA
Tutti gli uomini del presidente. La nuova Giunta regionale della Lombardia varata ieri da Formigoni. Da sinistra: Giuseppe Grechi, Filippo Grassia, Giovanni Bozzetti, Carolina Elena Pellegrini, Mario Melazzini, Leonardo Salvemini, Andrea Gibelli, il presidente Roberto Formigoni, Valentina Aprea, Andrea Gilardoni, Romano Colozzi, Nazzareno Giovanelli, Giuseppe Elias, Paolo Alli. Gibelli, Aprea e Colozzi erano già assessori della Giunta precedente; riconfermato anche il sottosegretario Alli. Formigoni ha ringraziato gli assessori della Giunta precedente «le cui dimissioni sono state un gesto nobile»

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