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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 17:28.

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Tangenti per commesse militari: un affare non nuovoTangenti per commesse militari: un affare non nuovo

Tangenti per vendere elicotteri a Panama e India e per aggiudicarsi future commesse di navi da guerra in Brasile. Nello scandalo che sta coinvolgendo i vertici di Finmeccanica e l'ex ministro Claudio Scajola è presto per attribuire colpe e responsabilità ma di certo non è la prima volta che il settore della Difesa e delle forniture militari internazionali finisce nel mirino della giustizia e di commissioni d'inchiesta. Lo scandalo più noto resta quello scoperto nel 1975 dalla commissione del Senato statunitense presieduta dal senatore Frank Church, che appurò un giro di tangenti pagate dalla società aeronautica Lockheed per vendere a Indonesia, Filippine e Arabia Saudita gli aerei da trasporto C-130 Hercules. L'anno successivo la commissione rese note le prove di casi simili anche in alcuni Paesi europei per favorire la vittoria degli Hercules e dei cacciabombardieri F-104 Starfighter (divenuti poi tristemente noti col soprannome di "bare volanti" per l'elevato rateo di incidenti) contro i concorrenti europei, soprattutto i cargo Breguet e i jet Mirage francesi, nelle commesse per le forze aeree olandesi, tedesche e italiane. Nei successivi quattro anni le indagini si allargarono al Giappone e costarono le dimissioni dalle cariche pubbliche del Principe Bernardo d'Olanda mentre in Germania emerse un giro di tangenti sulle commesse militari che riguardava molte aziende e numerosi personaggi politici. In Giappone venne costretto a dimettersi e poi arrestato e condannato a 4 anni di carcere il premier Kakuei Tanaka. In Italia, per le tangenti sulla fornitura di 14 cargo Hercules per 61 milioni di dollari, vennero condannati anche l'ex ministro Mario Tanassi, il generale Duilio Fanali e l'allora presidente di Finmeccanica Camillo Crociani. resosi irreperibile fuggendo in Messico.

Nel 1988 scoppiò a Bruxelles lo scandalo delle bustarelle per centinaia di milioni di dollari pagate dalla società italiana Agusta al Partito Socialista belga per la vendita di 46 elicotteri militari. Willy Claes, all'epoca ministro socialista dell'economia, dovette poi dimettersi dall'incarico di Segretario generale della Nato mentre il presidente di Agusta, Raffaello Teti, fuggì in Brasile.

Nel 2004 il colosso britannico Bae Systems è stato accusato di aver pagato tangenti per 60 milioni di sterline a eminenti personalità saudite per aggiudicarsi un mega-contratto ventennale da circa 50 miliardi noto come al-Yamanah, che ha visto la consegna al Paese arabo di aerei da guerra, mezzi e armi. L'azienda britannica venne salvata nel 2006 dall'intervento del premier Tony Blair con la motivazione di tutelare gli interessi nazionali. Bae Systems (uno dei principali fornitori del Pentagono) è stata indagata dalla Giustizia statunitense per la commessa saudita e dal Serious Fraud Office britannico per le bustarelle pagate per favorire commesse militari in Tanzania, Repubblica Ceca, Romania e Sudafrica. Indagini conclusesi con il patteggiamento e 500 milioni di dollari di multe. Sviluppi sanguinosi ebbe l'affare della vendita al Pakistan di tre sottomarini francesi tipo Agosta 90, un contratto per 950 milioni di dollari firmato nel 1994. Nel 2002 un attentato fece esplodere il pullman che trasportava 11 ingegneri francesi nei cantieri pakistani: inizialmente la responsabilità venne attribuita a terroristi islamici ma poi emerse che si trattò invece di una rappresaglia per una tangente non versata da Parigi.

"L'Affaire Karachi" ha coinvolto l'anno scorso anche il presidente Nicolas Sarkozy ma dieci anni prima a Parigi era esploso il caso delle tangenti che orbitarono intorno al contratto da 2,5 miliardi di dollari alla società Thomson per la vendita di navi da guerra a Taiwan.

Per restare in Europa nove persone, tra le quali l'ex ministro della Difesa Martin Barták, sono state indagate a Praga per la fornitura di veicoli blindati Lince prodotti dall'italiana Iveco ma acquistati nel 2009 attraverso la mediazione delle società Praga Export e Omnipol. Il caso esplose dopo che emerse che l'esercito slovacco pagò gli stessi mezzi il 40 per cento in meno acquistandoli direttamente dall'azienda italiana. Il settore delle commesse militari sembra essere quindi uno dei più esposti ai casi di corruzione, peraltro endemica e diffusa in tutti i settori e attività economiche in buona parte dei Paesi africani, arabi e asiatici come dimostra anche la classifica redatta da Transparency International.

In molti casi le tangenti hanno aperto la strada all'acquisto di mezzi non idonei alle esigenze militari del Paese acquirente o hanno semplicemente gonfiato il prezzo d'acquisto per arricchire mediatori o politici. Come fanno notare fonti ben informate, in alcuni casi sottrarsi a questo meccanismo può significare per le aziende del settore la perdita di quote rilevanti di mercato, specie in Asia e Medio Oriente dove si concentrano oggi le maggiori spese militari. Lasciando così contratti e commesse a Paesi e società concorrenti.

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