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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2012 alle ore 11:19.

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Continua ad aumentare il livello del debito pubblico in Europa: secondo i dati diffusi da Eurostat, nel secondo trimestre di quest'anno la media dell'Eurozona ha raggiunto il 90% del Pil (era 88,2% alla fine del primo trimestre) e quella dell'Ue a 27 paesi l'84,9% (dall'83,5% di marzo).

Il debito italiano si conferma il secondo maggiore, pari al 126,1% del Pil, dopo quello greco (150,3%) e appena superiore a quello portoghese (117,5%).

I titoli diversi dalle azioni rappresentavano a fine giugno il 78,6% del debito dell'Eurozona, i crediti erano pari al 18,6% e i depositi il 2,8%. Gli aiuti finanziari ai paesi in difficoltà sono ammontati all'1,6% del Pil dell'Eurozona.

L'Eurozona sprofonda in recessione: attività al minimo di 40 mesi
La zona euro è sprofondata ancora più nella crisi: a ottobre l'indice dei responsabili degli approvvigionamenti ha subito un nuovo e inatteso calo, a 45,8 punti da 46,1 punti di settembre, e in questo modo segnando il valore più debole da 40 mesi a questa parte. Lo riferisce la società di ricerche Markit Economics, precisando che la contrazione del Purchasing Managers Index riflette un calo dell'attività tra le imprese dell'industria manifatturiera, mentre nel terziario la dinamica è risultata più stabile.
Cone in altre indagini di questo tipo i 50 punti rappresentano la soglia limite tra crescita e recessione dell'attività. In media per ottobre gli analisti si attendevano che l'indice Pmi risalisse leggermente a 46,4 punti. «La zona euro è sprofondata ancora di più nella crisi all'inizio del quarto trimestre - afferma Markit con un comunicato - con la produzione cumulativa dei settori manifatturiero e terziario in discesa al tasso più rapido dal giugno del 2009».

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