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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2012 alle ore 09:39.

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CAPRI – Cinque storie di successo per testimoniare che l'Italia «si è ridesta» e quel miracolo italiano è possibile, nonostante la crisi e i mercati. Giovani imprenditori che ci hanno creduto e a Capri hanno voluto raccontare la loro esperienza. Storie positive che partono dall'Italia e sbarcano all'estero come quella di Stefano Passatordi, ceo della Next Mags, che ha studiato in Danimarca grazie al progetto Erasmus («Non facciamolo morire», ha detto). Ma la sua società l'ha dovuta poi aprire in America per problemi di tempo e fondi. «Sono bastate 48 ore per farlo». La sua piattaforma digitale oggi raggiunge 140 paesi nel mondo e la società, quotata 2,5 milioni di euro, ha chiuso accordi con Libero.it e suscita l'interesse di importanti gruppi. Ma ora vorrebbe tornare in Italia e ancora una volta si scontra con i tempi della burocrazia.
Non si arrende come tanti altri giovani imprenditori consapevoli di traghettare il Paese verso prospettive più incoraggianti. Ha inseguito il sogno degli sportivi di tutto il mondo, Enrico Moretti Polegato, presidente di Diadora Sport. «Un marchio che aveva emozionato gli italiani e che rischiava di fallire. Era un peccato». Con una carriera forense davanti, ha deciso, invece, di uscire dall'ombra del padre. «Ho sempre respirato l'aria di Geox, ma mi sono staccato dall'esperienza familiare per prendere le redini della Diadora. L'ho rilevata e ora il suo fatturato è in crescita. Abbiamo aziende diverse, ma siamo un ottimo esempio di convivenza generazionale».
Ancora segnali di ottimismo in Marco Arletti, amministratore delegato di Chimar, che in tempi di crisi è riuscito ad aumentare il fatturato dell'80 per cento, ripensando la propria attività e realizzando «accanto al comparto manifatturiero di produzione di imballaggi industriali, i servizi di logistica». Ma ci ha creduto anche Debora Garetto, amministratore unico della Portalupi, azienda «tecnicamente fallita», ma che è riuscita a rilanciare "credendo nella produzione e nel capitale umano». Storie italiane inserite in un contesto internazionale nel quale riescono a competere per capacità e know how. «L'alta tecnologia italiana in campo energetico è all'avanguardia", ha spiegato Federica Angelantoni, ad di Archimede Solar Energy, ricordando il rapporto con il colosso Siemens «che siamo riusciti a battere, simbolicamente, chiudendo la partnership mediante l'acquisto per intero delle quote della società che avevamo creato».
Giovani testimonial di un'Italia che può farcela.

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