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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2012 alle ore 15:17.

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La notizia che non t'aspetti. Perché davvero erano in pochi quelli che potevano prevedere che, a 48 ore dalla prima palla a due stagionale, una delle grandi favorite per il titolo, quell'Oklahoma che appena a giugno aveva conteso l'anello agli Heat di LeBron, potesse lasciar andar via il sesto uomo dell'anno, PJ Harden, la barba più celebre e talentuosa della Lega, uno degli asset cestistici sui cui i Thunder avevano deciso di costruire il loro futuro.

Mossa incomprensibile se non fosse letta alluce di quanto sta accadendo dal 2008 (la crisi economica mondiale) e di quanto accaduto appena 12 mesi fa (ricordate la serrata che fece scattare l'Nba solo la notte di Natale?). Insomma, più di talento e anelli, adesso anche sui parquet a stelle e strisce l'obiettivo principale è far tornare i conti, così da permettere al sistema di stare in piedi con le proprie gambe. Lezione che varrebbe la pena mandare a memoria anche su questa sponda dell'Atlantico...

L'affare - Oklahoma City ha ceduto James Harden (sesto uomo dell'anno nonché medaglia d'oro a Londra 2012) più Cole Aldrich, Daequan Cook e Lazar Hayward agli Houston Rockets, in cambio di Kevin Martin, del rookie Jeremy Lamb, più due prime e una seconda scelta future. Lo scambio nasce dal mancato accordo Harden-Oklahoma City sul rinnovo del contratto. Il mancino, 16.8 punti e 3.7 assist di media lo scorso anno, chiedeva 60 milioni di dollari in quattro anni, il massimo possibile, mai Thunder che avevano già firmato contratti pesanti con Russell Westbrook (79 milioni in cinque anni) e Serge Ibaka (49 milioni in quattro anni). Oklahoma City offriva così 55,5 milioni dopo aver ragionato su una base di 52 milioni.

Accordo saltato, e allora meglio dar via subito il"barba", piuttosto che vederlo partire da free agent a giugno. Dopo la cessione, Harden andrà a fare coppia con Jeremy Lin e soprattutto dovrebbe ottenere entro la deadline di mercoledì il contratto desiderato dai Rockets. Per i Thunder, arriva un realizzatore come Martin (sei stagioni oltre quota 20 di media con Sacramento e Houston) che entra nell'ultimo anno di contratto a quasi 13 milioni, garantendo quindi flessibilità salariale ai vice campioni Nba.

Chiavi di lettura – Uno scambio così clamoroso offre una chiave di lettura interessante per la stagione che sta per scattare, figlia appunto di crisi economica e lookout dell'anno scorso. Il general manager dei Thunder , Sam Presti, è stato chiaro: «L'obiettivo principale del nostro gruppo è avere una squadra competitiva ed economicamente sostenibile». Parole che sembrano dettare la linea alla Lega intera, ma che sembrano figlie anche di precise valutazioni tecniche: Harden è un talento straordinario, ma certo le controprestazioni nella finale contro Miami possono aver aperto qualche crepa nelle convinzioni di Presti, divenuta voragine a fronte delle eccessive richieste economiche.

Heat contro Lakers? – Dopo tanta attenzione al dito, sarà però bene non trascurare la luna. Cioè il campionato ai nastri di partenza. Miami favorita d'obbligo, come deve essere chi ha l'anello al dito e LeBron nel roster. Squadra arricchita dai veterani di lusso Ray Allen (da Boston) e Rashard Lewis, con coach Spoelstra che ha in mente di spingere all'estremo quel concetto di "basket senza ruoli fissi" che lo ha portato al titolo esaltando l'eclettismo del Prescelto. Nella Eastern Conference, è difficile trovare una squadra in grado di frenare la corsa degli Heat.

Ci proveranno i Celtics, che al trio Kevin Garnett-Paul Pierce-Rajon Rondo hanno aggiunto la mano di Jason Terry. Più defilati i Chicago Bulls, che attendono il rientro di Derrick Rose, ancora ai box per l'infortunio al ginocchio accusato in primavera. Occhio a Philadelfia, che ha lasciato partire Igoudala verso Denver ma aggiunto l'ex Lakers Bynum sottocanestro, e ai Nets, gasati dal trasferimento a Brooklyn. Proprio i gialloviola sono i grandi favoriti a Ovest: l'arrivo di Howard da Orlando e di Steve Nash in regia restituisce elettricità all'ambiente e nuovi entusiasmi ai "veterani" Bryant e Gasol.

Ma tutte da verificare mentalità e condizioni fisiche del centro, e tenuta atletica del 38enne play canadese. Senza contare che la difesa di coach Brown rischia di imbarcare parecchia acqua…. Poi ecco proprio i "nuovi" Thunder, San Antonio con i "vecchietti" Parker-Duncan-Ginobili, Dallas che però dovrà rinunciare per qualche settimana a Nowitzki causa l'intervento a un ginocchio; i Clippers che ritrovano Odom; Memphis; Minnesota e New Orleans pronte a farlo sgambetto alle big". Il pronostico? Heat ancora campioni, 4-2 in finale contro Oklahoma

Spaghetti basket – Annata decisiva anche per i nostri ambasciatori Oltreoceano. Marco Belinelli vestirà l'impegnativa canottiera dei Chicago Bulls: occasione che ha il sapore di un crocevia fondamentale tra il diventare un giocatore strategico nella Lega, o restarne ai margini. Stesso significato per Andrea Bargnani a Toronto, squadra rinnovata e che da troppo manca ai playoff, e che lancia in centro il talento lituano Valanciunas; il Mago l'anno scorso ha giocato poco causa guai al polpaccio, ma per chi è entrato nella Lega da prima scelta assoluta è il momento di diventare leader. Ruolo chiave anche per Danilo Gallinari a Denver, dopo un'estate di soddisfazioni in maglia azzurra: coach Karl stravede per lui, ma d'ora in poi serve continuità, di prestazioni, tiro e buona salute, in una carriera Nba finora segnata da troppi infortuni

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