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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 17:49.

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La partita sulle risorse a sostegno della cultura si gioca adesso. Siamo alla vigilia del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per gli anni 2014-2020. Parliamo di un serbatoio di benzina da 377 miliardi di euro, risorse che potrebbero essere affiancate a programmi già in essere come, ad esempio, quello «Europa creativa», che assegna alla cultura e all'industria creativa 1,8 miliardi. È questa la proposta emersa nelle giornate di Ravello Lab, i colloqui internazionali sulle politiche culturali in chiave di sviluppo economico che si sono tenute venerdì e sabato a Ravello, nella costiera amalfitana, e a cui hanno partecipato oltre sessanta operatori italiani ed europei. Non solo: serve un più stretto coordinamento tra il ministero dei Beni e delle attività culturali e il ministero dello Sviluppo economico.

Il "business" della cultura in Italia
Sullo sfondo c'è quella cultura che a livello nazionale frutta all'Italia il 5,4% della ricchezza prodotta, equivalente a quasi 76 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 1,4 milioni di persone, ovvero al 5,6% del totale degli occupati, con un peso specifico assai superiore al settore primario o alla meccanica. Se questo è lo scenario, le città e i territori sono in prima linea in questa sfida: «Abbiamo lanciato la proposta di un Fondo per la progettualità culturale - afferma Claudio Bocci, consigliere delegato di Ravello Lab e direttore Federculture -, in grado di qualificare l'azione delle amministrazioni pubbliche nell'immaginare nuovi percorsi di sviluppo basati sulla valorizzazione integrata dello straordinario e diffuso patrimonio culturale del nostro Paese».

La best practice di Temple Bar
Oltre sei miliardi di fondi strutturali sono stati assorbiti (a livello europeo) dalla cultura nel periodo 2007-2013. Si tratta soprattutto di investimenti in infrastrutture culturali, opere di restauro/recupero, valorizzazione e promozione turistica. Città come Dublino, in realtà già tra il 1990-1999, hanno utilizzato diversi milioni di Erdf (European Regional Dvelopment Fund) per recuperare un'intera area cittadina (Temple Bar) e valorizzarne storia e patrimonio culturale. Temple Bar oggi attrae circa 400,000 visitatori l'anno. L'area inoltre accoglie diverse imprese culturali e creative il cui numero è cresciuto notevolmente grazie al progetto di rigenerazione urbana.

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