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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2012 alle ore 11:14.

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L'ultima risata è quella di Beppe Grillo: il Financial Times mette in prima pagina l'exploit del Movimento Cinque Stelle, che diventa il primo partito della Sicilia con circa il15 per cento dei voti. Risultato "tanto più rimarchevole", nota il Ft, tenendo conto del fatto che il movimento ha fatto una campagna trainata dal web "spendendo solo 25mila euro, molte volte meno rispetto alle risorse finanziate pubblicamente dei principali partiti" ("Gli elettori in Sicilia danno a un comico l'ultima risata").

Il partito antiestablishment di questo "cabarettista" si è affermato come "una forza con cui fare i conti", dopo che ha cavalcato" un'ondata di rabbia" nei confronti dei principali partiti e dell'austerità del governo, scrive il quotidiano britannico nella corrispondenza da Roma di Guy Dinmore e Giulia Segreti. Un risultato che, secondo il Ft, porterà "preoccupazioni sui mercati finanziari" per la stabilità politica dell'Italia: il timore è che alle elezioni politiche della prossima primavera, finito il mandato del governo tecnico di Mario Monti, "non emerga un chiaro vincitore".

Grillo, "blogger attivista", ha trascinato le folle – spiega il Ft - con le sue sfuriate contro il sistema, gli sprechi nella spesa pubblica, la corruzione e le politiche d'austerità che hanno portato l'Italia ancor più in recessione. Dopo avere conquistato quattro comuni nelle amministrative dello scorso maggio, il movimento "ha confermato per la prima volta la sua capacità di passare a una scena più grande". Il Financial Times cita i timori del capo di una delle più grandi aziende italiane, che ha chiesto di restare anonimo: "Non posso sopportare Grillo. E' contro tutto. Punta a distruggere, non a cambiare", ha detto il Ceo, esprimendo paure per la "rivoluzione" di Grillo e "sgomento" per l'incapacità dei principali partiti di presentare un'alternativa fattibile. "La cosa migliore per l'Italia sarebbe di tenere Monti", ha aggiunto il dirigente.

L'elevato astensionismo – ha votato solo il 47% - "riflette la portata della disillusione per la corruzione, gli scandali e l'alta disoccupazione", continua il quotidiano, ricordando che l'ultimo governatore, Raffaele Lombardo, si è dimesso dopo essere stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre il suo predecessore è in carcere per legami con la criminalità organizzata. Gli analisti – si legge ancora sul Ft - hanno avvertito che la bassa partecipazione al voto siciliano rende difficile fare un'estrapolazione su scala nazionale. Tuttavia, secondo gli osservatori i risultati della Sicilia sono in linea con i sondaggi che mostrano il Movimento Cinque Stelle a poco più del 20%, subito dopo il Pd. Nella corsa a governatore, Rosario Crocetta, il candidato anti-mafia "apertamente gay" dei Democratici, in coalizione con l'Udc, è in testa con circa il 30%. Nello Musumeci, appoggiato da una coalizione con il Pdl, si è attestato secondo con circa il 25%, mentre Giancarlo Cancelleri del Movimento Cinque Stelle è arrivato terzo con il 18%.

La debole performance del partito di Berlusconi è "particolarmente dannosa per Angelino Alfano", osserva il Financial Times. Alfano, in corsa nelle primarie del Pdl, è siciliano ed è considerato un "moderato pro-europeo". Il Ft fa notare come la tirata di Berlusconi contro l'austerità di Monti e contro le politiche "egemonistiche" della Germania sia stata interpretata come un colpo ad Alfano e un'apertura alla possibilità che il partito assuma una posizione "più populista ed euroscettica, vicina a quella di Grillo".

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