Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 06:39.
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Barack Obama, presidenziale e distaccato dal "politics", è rimasto a seguire l'uragano Sandy dalla Casa Bianca. Ha cancellato un'apparizione in Florida, e si è occupato del coordinamento della Fema (protezione civile) con i 12 Stati colpiti dall'uragano. «Fare il proprio lavoro è più importante dei giochi politici per le presidenziali», ha osservato David Axelrod, uno dei suoi più fedeli consiglieri. Mitt Romney ha subito seguito l'esempio. Ha cancellato un'apparizione in Wisconsin e i comizi programmati ieri. Anche lui, il giorno dopo la devastazione di Sandy, ha deciso di preoccuparsi delle vittime. La domanda è ovvia: che impatto avrà Sandy, l'ultima sorpresa di ottobre, sugli incerti a una settimana dal voto?
Partita complessa, che entrambi hanno giocato al meglio con quel pizzico di ipocrisia che non guasta. Prendiamo la decisione di Obama, molto responsabile. Romney segue e cancella le sue apparizioni. Solo ieri però si è saputo che Obama aveva già deciso di mandare al suo posto in Minnesota e in altri posti chiave un surrogato molto efficace, Bill Clinton, che avrebbe anche colmato il vuoto lasciato da Romney. Sempre ieri però si è saputo che il candidato repubblicano non aveva davvero cancellato un'apparizione in Ohio, altro Stato chiave, ha semplicemente trasformato l'evento in un "rally per le vittime dell'uragano Sandy”. Potrebbe sembrare un pareggio, con un impatto Sandy "neutro". Se non fosse che Obama ha incassato inaspettatamente le lodi di un governatore "nemico", Chris Christie del New Jersey, idolo dei repubblicani conservatori: «Non posso che lodare l'azione decisa del presidente, lo merita – ha detto Christie ieri parlando, per giunta con la rete conservatrice Fox – la sua performance è stata eccezionale, coordinarsi con l'amministrazione è stato meraviglioso». Dichiarazioni, ci hanno riferito fonti vicine ai repubblicani, che hanno gettato lo scompiglio nella campagna Romney. Christie dovrebbe essere un alleato, un mastino sempre alle calcagna di Obama, e ora a sette giorni dal voto lo elogia?
La partita resta infatti strettissima. Nessuno è in grado di dire come andrà a finire. A parte i singoli sondaggi, le medie danno Romney in vantaggio al 49% nelle elezioni generali contro il 48% di Obama. Una differenza statistica irrilevante su un dato che conta relativamente poco. Contano infatti i voti del collegio elettorale dei singoli stati. Ma Romney è in ascesa in alcuni Stati chiave dove Obama aveva un vantaggio ampio. Ha ridotto al 3% il vantaggio in Minnesota con forti tradizioni democratiche. Ha accumulato un vantaggio in Florida ed è al pareggio in Ohio. In Iowa e Wisconsin ha dimezzato dal 4 % e 5% al 2,5% il vantaggio. Per vincere ci vogliono 270 voti dei "grandi elettori" che rappresentano i collegi dei singoli Stati. Secondo alcuni conteggi, Obama si trova già a quota 247 contro i 191 di Romney. Ma una media più vasta di Real Clear Politics dà a Obama 201 grandi elettori sicuri contro i 191 di Romney. Resterebbero in bilico 146 grandi elettori. Per questo un miglioramento incrementale in questi ultimi giorni può essere determinante. E la sensazione è che Obama sia più all'attacco di quanto sia Romney: ieri ha anche diffuso nuovi spot accusando Romney di "disonestà" sulla questione Chrysler.
Il repubblicano diceva che avrebbe esportato posti di lavoro per la Jeep in Cina. Ma ieri è intervenuto Sergio Marchionne a confermare che gli impianti americani non saranno toccati. L'impressione generale è che Obama abbia ancora un piccolo vantaggio marginale sui voti elettorali. E sull gestione di Sandy, che poteva essere un disastro (basti ripensare a George W. Bush e Katrina) per Romney sarebbe difficile accusare Obama di incompetenza quando uno dei suoi più fedeli alleati lo ha appena elogiato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Da che parte sta Sandy
L'arrivo dell'uragano, a una settimana esatta dal voto per la Casa Bianca, ha offerto a Barack Obama l'occasione di dar prova di leadership, mentre Mitt Romney è stato costretto a sospendere i suoi attacchi
Ogni errore commesso dalle autorità nella gestione dell'emergenza è destinato a ritorcersi contro il presidente
L'uragano ha tolto a Obama la possibilità di frenare il calo nei sondaggi
L'IMPATTO
SU OBAMA
p Il presidente ha fatto ritorno alla Casa Bianca per presiedere alle operazioni di soccorso
p Cancellate le sue apparizioni elettorali in Virginia, Florida, Ohio, tutti Stati ancora indecisi
p La priorità è evitare
accostamenti con gli errori compiuti dal Governo nell'affrontare Katrina (2005)
SU ROMNEY
pLo sfidante ha trasferito
la campagna elettorale
sugli Stati non interessati dall'uragano, raccogliendo aiuti per l'emergenza
pSospese apparizioni e
raccolta di finanziamenti nelle aree colpite
pEvitati attacchi retorici
verso il Governo
L'ULTIMO SONDAGGIO
Per il momento Sandy ha lasciato i due candidati testa a testa (sondaggio Pew)
47%
47%