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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 17:57.

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Via libera in prima lettura alla Camera all'attesa riforma forense, con norme destinate ad aggiornare profondamente le regole professionali dell'Avvocatura. Al momento del voto, l'aula di Montecitorio ha registrato 395 favorevoli, 7 contrari e 14 astenuti. Stralciato dal provvedimento, su richiesta del comitato dei nove, l'articolo 46 relativo alle sessioni degli esami di abilitazione degli esami di abilitazione. In base a un emendamento dei Radicali la cadenza degli esami era passata da annuale a semestrale, determinando maggiori oneri per la finanza pubblica. Da qui la necessità di stralciare queste norme, affidate ad un provvedimento ad hoc. Il ddl passa ora all'esame del Senato.

Riforma ad ampio raggio
Tra le principali novità della riforma, l'inserimento delle attività di consulenza legale e assistenza legale stragiudiziale tra le attività riservate in esclusiva agli avvocati. Nuova disciplina anche per le società tra avvocati, demandata a un decreto legislativo da emanare entro un anno; tali società non potranno avere carattere multidisciplinare. Definito anche l'obbligo di formazione continua, mentre sul fronte dei compensi viene introdotto il principio di libera determinazione tra le parti, salvo il ricorso ai parametri ministeriali in caso di disaccordo. Ripristinato anche il divieto del patto di quota-lite.

Novità per torocinio e procediemnto disciplinare
La riforma definisce anche in maniera più rigorosa il tirocinio professionale ed il regime di incompatibilità per il praticante; in particolare il praticante dovrà percepire un compenso, a partire dal secondo mese di tirocinio, la cui entità è nel minimo ancorata ai contratto collettivo nazionale per gli apprendisti degli studi professionali. In arrivo anche modifiche alla disciplina del procedimento disciplinare, con l'attribuzione della competenza ad un organo distrettuale, i cui componenti saranno eletti dai Consigli circondariali dell'ordine degli avvocati.

Ucpi: approvazione entro al legislatura
Per una volta, l'approvazione della riforma è stata salutata in modo positivo da gran parte delle associazioni professionali degli avvocati. L'Unione camere penali, «pur ribadendo la necessità di modificare il regime della specializzazione» ha apprezzato l'esito del voto di Montecitorio. «È fondamentale - si legge in una nota dell'Ucpi - che l'Avvocatura ottenga il proprio statuto entro la presente legislatura e non venga, altrimenti, vanificato il grande lavoro, anche di approfondimento culturale, compiuto all'interno della stessa avvocatura e, successivamente, all'interno delle rappresentanze politiche».

Oua: grande passo in avanti per la professione
Di grande passo in avanti parla anche l'Organismo unitario dell'Avvocatura, anche se il presidente Maurizio De Tilla, sottolinea la necessità di correggere alcune «storture ultraliberiste di questi ultimi dieci anni che hanno profondamente danneggiato soprattutto i giovani professionisti», portando «l'avvocatura sull'orlo di un baratro». In questo quadro, la riforma «interviene positivamente sulle tariffe, sul preventivo, sulle consulenze esclusive extra giudiziali, contro i soci di solo capitale. È un forte passo in avanti: i professionisti non sono imprese e non possono soggiacere alle logiche di mercato, ma devono garantire qualità e, nel rispetto del proprio ruolo, tutelare un diritto sancito costituzionalmente quale e' quello alla difesa».

Anf: pseudoriforma che punisce l'autonomia
Di segno opposto il commento di Ester Perifano, leader dell'Associazione nazionale forense. «La legge sul riordino della professione forense approvata alla Camera, non ha nulla che ricordi una riforma, e non può che suscitare notevoli perplessità perché non risolve alcuno dei problemi effettivi degli avvocati: ad esempio l'accesso, che viene appesantito dalle scuole forensi obbligatorie, oltre alla totale mancanza della riforma dell'esame di Stato. È una pseudoriforma, monca di parti essenziali, che punisce l'autonomia degli ordini a tutto vantaggio di un centralismo obsoleto».

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