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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2012 alle ore 15:21.

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Non c'è solo quell'unica Provincia Livorno-Pisa-Lucca-Massa Carrara a suscitare i mal di pancia di livornesi e pisani, i due vicini di casa da sempre antagonisti, che si combattono 24 ore su 24 a colpi di dissacranti sberleffi. Il restyling delle Province voluto dal Governo - dal 2014 da 86 scenderanno a 51 - desta più di una perplessità, con molti "campanili" che non ci stanno e attaccano in forze: si vuole fare cassa, lamentano, senza considerare quelle che sono le peculiarità del territorio. Per alcuni sono a rischio i servizi ai cittadini.

Un "grido di dolore" da Nord a Sud: così non va
È un vero e proprio coro di critiche quello che attraversa lo Stivale da Nord a Sud. Nel mirino il decreto taglia-enti locali, che ieri ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri: al presidente della Provincia di Varese Dario Galli, ad esempio, proprio non va giù l'accorpamento della sua in una provincia unica, al fianco di Como e Lecco. «Rileviamo con delusione - osserva - che il varesino Mario Monti non riesce a cogliere l'assurdità di accorpare una provincia di quasi un milione di abitanti come la nostra di Varese, senza tenere minimamente conto delle sue peculiarità».

La strana protesta del sindaco di Prato
Dalla Lombardia alla Toscana, dove il sindaco di Prato Roberto Cenni ha concesso un'intervista presentandosi seduto, nella piazza del Comune, sul wc di un bagno di proprietà del Municipio. Il tutto per protestare contro la decisione di far rientrare Prato nella Città metropolitana di Firenze.
E poi c'è Teramo accorpata all'Aquila. Il presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, tiene a precisare che non c'è «alcuna pregiudiziale nei confronti dei fratelli aquilani», ma - continua - «non c'è dubbio che con questo decreto il territorio provinciale perderà numerosi presidi istituzionali e la città di Teramo lo status di capoluogo».

Perugia, Terni e il rischio sui servizi primari dei cittadini
Di norma «devastante» parla Cosimo Sibilia, presidente della provincia di Avellino (accorpata a Benevento). «Altro che risparmi, in questo modo si creano solo problemi. Non solo: alla Provincia di Avellino - denuncia l'amministratore campano - è stato confermato il taglio di 5,5 milioni di euro sul bilancio corrente, con conseguenze notevoli sull'erogazione dei servizi». Chiude il coro di critiche all'accorpamento delle Province
Perugia, che con Terni costituirà l'unica Provincia dell'Umbria: il presidente della Provincia e di Upi Umbria, Marco Vinicio Guasticchi, che parla di «solita politica dei "pannicelli caldi", aggiungendo che "sulle Province si va giù con l'accetta e non si pensa al destino dei dipendenti e alle ripercussioni sulla vita dei cittadini in termini di servizi primari e situazioni alternative».

Livorno-Pisa: lo scontro a colpi di satira
Infine, come trascurare quello che per alcuni è un "contrasto ontologico" tra due filosofie di vita diametralmente opposte, per altri un vero e proprio "odio ancestrale". «Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio», sono soliti dire a Livorno; «sono grezzi e maleducati», replicano i pisani, forti di un passato che ha visto la Repubblica marinara dominare, tra il 1100 e il 1200, gran parte del mediterraneo centrale e orientale. A salire in cattedrà è lo sfottò, la presa in giro, che non esita a deridere anche una norma.

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