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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2012 alle ore 07:45.

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NEW YORK
Barack Obama si è unito ieri al governatore repubblicano del New Jersey Chris Christie per essere vicino alla vittime di Sandy. Per toccare con mano le apocalittiche devastazioni lasciate dal passaggio della super-bufera che ha messo in ginocchio la costa orientale degli Stati Uniti. Un viaggio dovuto, per il presidente, davanti a una delle calamità naturali più gravi che abbiamo mai colpito il Paese e una delle regioni più densamente popolate e vitali per l'economia. Da qui nasce un quarto del Pil americano e al buio sono tuttora sei milioni di famiglie e aziende. Anche il bilancio delle vittime ha continuato a salire: forse 30 solo a New York, almeno 64 in totale.
Un viaggio, quello di Obama, che è stato anche una scelta: la risposta all'uragano ha sepolto l'animosità tra Obama e Christie, gran sostenitore del rivale di Obama, Mitt Romney, alle elezioni. Il presidente, che ha ricevuto i complimenti dal governatore, ha assunto appieno il ruolo di leader dell'intera nazione in tempi drammatici. Ha sospeso per il terzo giorno consecutivo la sua campagna elettorale e costretto sulla difensiva Romney, che l'ha invece ripresa in Florida.
Prima ancora di arrivare nel pomeriggio ad Atlantic City in New Jersey, tra le aree più colpite, l'unica altra tappa di Obama è stata a Washington, al quartier generale della Fema, la protezione civile. «Il governatore del vostro Stato sta facendo gli straordinari, e noi vi daremo ogni aiuto e non tollereremo ritardi burocratici» ha in seguito detto Obama all'arrivo in New Jersey. «È davvero importante che il presidente sia qui, stiamo lavorando assieme», ha risposto Christie. «È il momento di concentrarsi sulle terribili conseguenze della bufera», ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. Obama tornerà sul sentiero elettorale soltanto oggi con viaggi in Stati incerti quali Wisconsin, Nevada e Colorado.
La sfida di Sandy però non è finita. Sulla costa orientale, nei sette Stati più devastati e nei 13 lambiti da Sandy, è cominciato un lento e faticoso ritorno alla normalità. Wall Street ha ripreso il trading grazie a generatori d'emergenza e sofferto solo limitati ribassi. Duemila abitazioni nei pressi del World Trade Center hanno riavuto la corrente, i primi nella zona sud di Manhattan. Teatri, cinema e musei hanno cominciato a riprendere l'attività. E domenica è prevista la tradizionale maratona annuale: il sindaco Michael Bloomberg ha detto di sperare che «la città torni normale entro lunedì».
Ieri il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo ha annunciato anche un parziale ripristino dei servizi ferroviari con i sobborghi. Almeno due linee della metropolitana dovrebbero riaprire oggi, con collegamenti via autobus tra Manhattan e Brooklyn dove i tunnel sono ancora impercorribili. Ieri gli ingorghi hanno paralizzato la città ma un recupero pieno dei trasporti - aeroporti compresi - e dell'elettricità appare ancora distante. Il ponte di Brooklyn è stato protagonista di esodi a piedi, che hanno ricordato l'11 settembre. In serata il principale ospedale pubblico di Manhattan, Bellevue sull'East River, è stato evacuato per un black-out. A Manhattan sono senza luce 237mila famiglie e aziende, sotto la 39esima Strada, che diventano quasi 600mila nell'intera area metropolitana. E i servizi di telecom restano in parte fuori uso.
Le polemiche sulla prevenzione di simili disastri, inoltre, hanno cominciato a emergere con l'allontanarsi di Sandy. Cuomo ha avanzato proposte per proteggere una regione cruciale come quella di New York: «Dobbiamo pensare a come ridisegnare la città, le infrastrutture, per evitare il ripetersi di devastazioni».
Le stime complessive dei danni vanno da dieci o venti miliardi, fino a punte di cento miliardi, solo in parte assicurati (sette o dieci miliardi). Il consigliere di Obama David Axelrod ha parlato di 50 miliardi. Secondo Ihs Global Insight l'uragano potrebbe frenare la crescita nel quarto trimestre all'1% dall'1,6% atteso. Mark Vitner, chief economist di Wells Fargo, teme che almeno 30 miliardi di dollari di output economico vadano perduti. I danni dovrebbero in seguito portare a un'accelerazione della crescita, grazie alle operazioni di ricostruzione, ma questo non dovrebbe avvenire prima dell'anno prossimo.
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