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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2012 alle ore 09:07.

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ROMA
Risale alla fine di luglio l'esposto anonimo inviato al ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, che punta l'indice contro il vicecapo vicario del dipartimento di pubblica sicurezza, Nicola Izzo. Un dossier molto dettagliato, di 10 pagine, intitolato "Per l'amor di Dio fermateli! Fate presto!". L'accusa al prefetto Izzo e al collega Giuseppe Maddalena - responsabile della direzione tecnico-logistica, oggi in pensione - è di aver svolto «azioni che turbano procedure di aggiudicazione di appalti ed assegnazioni di forniture».
Si tirano in ballo molti nomi di aziende, Telecom in primis, poi Ised, Beyond Security, Divitech. Non appena ricevuto, il ministro dell'Interno ha trasmesso subito l'anonimo al capo della procura della Repubblica, Giuseppe Pignatone, e ha disposto un'inchiesta interna. Al di là dell'apertura scontata di un fascicolo, a quanto risulta da fonti qualificate, la procura della Repubblica sta valutando «seriamente e con molta attenzione» la denuncia anonima. La procura regionale della Corte dei Conti, a sua volta, sta per aprire un fascicolo.
Ma non finisce qui. A piazzale Clodio c'è già un'inchiesta sul suicidio del viceprefetto Salvatore Saporito - lavorava alla direzione tecnico-logistica - che si uccise con un colpo di pistola il 30 marzo 2011. La sera prima, secondo la denuncia anonima ma anche altre fonti, Saporito ebbe una riunione burrascosa con Izzo e Maddalena. Non risultano sviluppi dopo l'apertura di quel fascicolo. Ma neanche che sia stata fatta l'autopsia.
Izzo, peraltro, è già indagato dalla procura di Napoli per un appalto affidato a trattativa diretta a un consorzio di imprese per il Cen (centro elaborazione dati) del Viminale. Sotto inchiesta nella stessa indagine la collega Giovanna Iurato, anche lei in passato alla direzione tecnico-logistica, che proprio di recente Annamaria Cancellieri ha trasferito da L'Aquila all'ispettorato del ministero dell'Interno. Va aggiunto che alla direzione tecnico-logistica - è quella che sovraintende agli appalti del dipartimento Ps - prima di Iurato e Maddalena c'è stato proprio Izzo. Il vicecapo vicario, inoltre, è il responsabile dei fondi europei Pon (programma operativo sicurezza nazionale), con una dotazione finanziaria cospicua: dal 2007 al 2013 ammonta a 1.158 milioni di euro. Già a settembre, nei corridoi del Viminale, si sono rincorse frenetiche le voci su una sostituzione di Izzo. Era già noto anche il nome del suo successore. Poi hanno prevalso altri fattori tra i quali, con ogni probabilità, anche la scelta di rinviare ogni decisione dopo l'assemblea generale dell'Interpol, una convention di 190 paesi con decine di ministri dell'Interno e dirigenti di polizia di tutto il mondo, che convergeranno a Roma dal 5 all'8 novembre. Izzo, peraltro, si sta difendendo come un leone. Respinge le accuse su tutta la linea: «Si tratta di elucubrazioni farneticanti che comunque l'amministrazione ha fatto bene a girare ai magistrati perchè vadano in fondo alla vicenda». Poi aggiunge: «Mi trovo accusato ingiustamente. Io faccio il vice capo della Polizia, mi occupo di sicurezza. Nella gestione degli appalti non c'entro nulla». Dichiarazione, quest'ultima, in realtà incomprensibile perché, oltre a essere autorità nazionale per i fondi Pon, Izzo ha sempre seguito le questioni economiche del dipartimento Ps. Ed è vero, come dichiara il vicario della Polizia a proposito della convenzione Viminale-Telecom, che «prima di essere siglata è stato chiesto il parere dell'Avvocatura dello Stato sulla convenzione». Ma quell'intesa, firmata il 31 dicembre 2011 da Gianfilippo D'Agostino (direttore Sales - Direzione Top Clients & Public Sector di Telecom Italia) e dal prefetto Maddalena, è stata impugnata da Fastweb davanti al Tar del Lazio. In ballo c'è una «convenzione quadro» del valore di 521 milioni più Iva, della durata sette anni.
Un appalto per «la fornitura di servizi di comunicazione elettronica a favore del dipartimento della pubblica sicurezza e dell'Arma dei carabinieri, quali servizi di fonia vocale, fonia mobile, trasmissione dati». Per Fastweb il ministero dell'Interno doveva attivare un confronto competitivo o quantomeno frazionare la commessa, visto l'importo di mezzo miliardo. Il primo luglio scorso il tribunale amministrativo del Lazio dà ragione a Fastweb, dichiara «inefficace» la convenzione e parla di una procedura viziata «da eccesso di potere». Sullo stesso parere dell'Avvocatura dello Stato, citato da Izzo, il Tar però è critico: afferma nella sentenza che «è stato acquisito (20.12.2011) quando l'Amministrazione si era già determinata in tal senso (il 15.12.2011)». Adesso la palla passa al Consiglio di Stato per la decisione di secondo grado.
Il ministro Cancellieri segue con molta attenzione queste vicende ed è probabile che, dopo l'assemblea Interpol, giungano novità. È inevitabile l'ipotesi che la poltrona di vicario per Izzo ormai vacilla. Il numero due del dipartimento Ps andrà in pensione per limiti di età il 6 aprile 2014 e comunque - come la maggioranza dei dirigenti della Polizia - ha già maturato i requisiti. I sindacati di polizia sono in fermento. Interrogazioni al ministro dell'Interno sono state annunciate da Emanuele Fiano (Pd) e da Stefano Pedica (Idv). Tace invece il Pdl. Il 13 ottobre il prefetto Izzo ha ricevuto il premio «Salernitani illustri nel mondo» dal presidente della Provincia di Salerno - incarico poi lasciato per incompatibilità con quello di deputato - Edmondo Cirielli (Pdl), presidente della commissione Difesa della Camera.

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