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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2012 alle ore 12:36.

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Le imprese degli immigrati sembrano resistere meglio all'impatto della crisi. Nei primi nove mesi del 2012 le imprese individuali con titolari provenienti dai Paesi extra europei sono aumentate di 13mila unità, mentre le altre sono diminuite di 24.500 unità. È quanto emerge da uno studio della Confesercenti.

In dieci anni il loro peso sul totale delle imprese è passato dal 2% a quasi il 9% e lo stock delle attività si è più che quintuplicato a dispetto di una contrazione tendenziale generale del 3%. Nel terzo trimestre 2012 le imprese individuali registrano un saldo positivo di 5mila unità di cui l'85% è dato appunto da imprese di immigrati. In sintesi, nei primi nove mesi dell'anno, a un saldo positivo (tra iscrizioni e cessazioni) di 13mila imprese individuali con titolare immigrato ne corrisponde uno negativo di oltre 24,5 mila unità per le restanti. Questi i dati diffusi oggi in uno studio della Confesercenti.

Nel II trimestre 2012 le imprese individuali con titolare immigrato sono circa 300mila, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato aumentano di 18mila, con una variazione tendenziale del +6,6% e una crescita del loro peso sul totale delle imprese individuali di più di mezzo punto percentuale.

Oltre le imprese individuali si contano anche circa 120 mila soci stranieri di società di persone. Le imprese gestite da stranieri producono circa il 5,7% della intera ricchezza del nostro paese.

Si riduce la presenza nei campi
Se aumentano le imprese di immigrati, si riduce la presenza dei lavori stranieri nei campi. Per la prima volta scendono del 3 per cento le giornate di lavoro degli immigrati nelle campagne italiane dove si contano 313.724 lavoratori stranieri. È quanto afferma la Coldiretti, che ha collaborato alla realizzazione del Dossier statistico immigrazione Caritas e Migrantes dal quale si evidenzia che le giornate di prestazione nel 2011 sono state 26.190.884 contro le 27.027.935 del 2010.«Se dunque secondo Confesercenti aumentano gli immigrati imprenditori, nelle campagne diminuiscono quelli dipendenti anche se l'apporto del lavoro straniero resta determinante in agricoltura e - sottolinea la Coldiretti - rappresenta ben il 23% del totale delle giornate di lavoro dichiarate dalle aziende». I lavoratori immigrati impegnati in agricoltura - precisa la Coldiretti - hanno una età media di 36 anni e per il 71 per cento sono di sesso maschile. Sono ben 172 le diverse le nazionalita' anche se a prevalere sono nell'ordine Romania (113.543), India (24.823), Marocco (24.519), Albania (23.982), Polonia (22.601), Bulgaria (15.242), Tunisia (12.027), Slovacchia (11.551), Macedonia (10.254), Moldavia (5.422), Senegal (5.193) e Ucraina (4.756).

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