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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2012 alle ore 17:04.

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Trecentotrenta milioni di euro. Sono le risorse che il fondo per l'assistenza alle persone gravemente autosufficienti rischia di perdere. Almeno stando a quanto prevede il disegno di legge di stabilità attualmente all'esame della Camera. Risorse che hanno scatenato la protesat delle associazioni dei malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che sarebbero i più gravemente colpiti dalla rimodulazione prevista dal Governo. Anche per questo tutto il mondo politico sta facendo appelli per ripristinare la dotazione inizialmente prevista per il prossimo anno.

Per cercare di capire meglio la questione bisogna partire dalla Finanziaria 2007. In quell'occasione Governo (all'epoca c'era Romano Prodi a Palazzo Chigi) e Parlamento istituirono un Fondo per le non autosufficienze, che aveva a disposizione 100 milioni di euro per il 2007 e 200 milioni di euro sia per il 2008 che per il 2009. Negli anni successivi le dotazioni sono state riviste, non sempre in modo continuo anzi c'erano già state proteste e sottolineature forse non con i toni degli ultimi giorni. Che cosa è successo? La spending review di luglio (per l'esattezza il Dl 95/2012, articolo 23, comma 8) ha messo a disposizione del Fondo per gli interventi urgenti e indifferibili (creato con il decreto anti-crisi del febbraio 2009 e "gestito" dal ministero dell'Economia) una somma di 658 milioni di euro per il prossimo anno. Soldi da destinare su un doppio binario: il primo deciso da un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri tra varie finalità (dalle politiche giovanili alle professionalizzazione delle forze armate); il secondo e «in via prevalente» (come recita testualmente la norma) al finanziamento dell'assistenza domiciliare prioritariamente nei confronti delle persone gravemente non autosufficienti, inclusi i malati di sclerosi laterale amiotrofica. Quell'«in via prevalente» è stato interpretato dalle associazioni dei malati di Sla come la metà del budget, 330 milioni di euro appunto. Ma è qui che interviene il disegno di legge di stabilità, che toglie 631,7 milioni al Fondo per gli interventi urgenti e indifferibili e va a creare un nuovo Fondo per gli interventi urgenti a cui destina 900 milioni di euro. Le finalità sono le più disparate (università, famiglie, giovani, sociale, ricostruzione dell'Aquila, sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali) e quindi non c'è più un impegno specifico sul Fondo per le non autosufficienze.

Ecco perché le associazioni dei malati di Sla e dei loro familiari chiedono un passo indietro o che venga ripristinato un apposito capitolo di spesa per le finalità di assistenza. Già è stato attuato uno sciperò della fame dal Comitato 16 novembre, che minaccia di riprenderlo se entro la metà del mese non arriveranno assicurazioni sul ripristino del fondo. Anche i ministri del Welfare, Elsa Fornero, e della Salute, Renato Balduzzi, hanno promesso di impegnarsi a trovare una soluzione. Che vuol dire essenzialmente trovare quei fondi, prendendoli da qualche altra parte.Dalla politica è partito un vero e proprio pressing sull'Esecutivo: nelle ultime ore si sono fatti sentire, tra gli altri, anche il segretario Pdl, Angelino Alfano, il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, e quello di Sel, Nichi Vendola.

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