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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2012 alle ore 10:48.

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Nel 2012 l'Istat prevede una riduzione del Pil italiano del 2,3%, mentre per il 2013, nonostante l'attenuazione degli impulsi sfavorevoli e un moderato recupero dell'attività economica nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%). Lo si legge in una nota dell'Istat sulle prospettive dell'economia italiana nel 2012-2013 in cui si sottolinea anche che «il rallentamento del commercio mondiale e il possibile riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari costituiscono i principali fattori di rischio al ribasso per queste previsioni».

Lavoro: nel 2012 disoccupazione al 10,6%
La maggiore partecipazione al mercato del lavoro osservata a partire dalla fine del 2011 é alla base del rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest'anno (10,6%). Nel 2013 il tasso di disoccupazione continuerebbe a salire (11,4%) a causa del contrarsi dell'occupazione, fenomeno cui si dovrebbe accompagnare un aumento dell'incidenza della disoccupazione di lunga durata.

Quest'anno il Pil calerà del 2,3%
Per il 2012 l'Istat prevede una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari al 2,3%, mentre per il 2013, nonostante l'attenuazione degli impulsi sfavorevoli ed un moderato recupero dell'attività economica nel secondo semestre, la variazione media annua resterebbe leggermente negativa (-0,5%).

Inflazione in aumento al 2,7%
Nel 2012 il tasso di crescita del deflatore della spesa delle famiglie residenti é stimato al 2,7%. Il processo di rientro dall'inflazione dovrebbe rafforzarsi nel 2013, grazie a una riduzione dei costi delle materie prime e a un andamento dei costi interni complessivamente moderato: in presenza di una domanda debole e dell'aumento previsto per luglio dell'Iva, nel 2013 l'incremento del deflatore dei consumi delle famiglie é previsto pari al 2%.

Il crollo dei consumi
La spesa privata per consumi dovrebbe registrare quest'anno una contrazione del 3,2%. Nel 2013, la spesa dei consumatori risulterebbe ancora in calo (-0,7%),per «le persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali».

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