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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2012 alle ore 11:29.

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CHRISTCHURCH - Gli "antartici" americani diretti alle basi di South Pole e di Mc Murdo sono quasi tutti incollati davanti alle breaking news televisive per assistere in diretta alle ultime battute della sfida Obama-Romney. Sulla pista, davanti agli hangar dell'aeroporto di Christchurch giacciono i C 17 con le grandi slitte per gli atterraggi sulla banchisa antartica.

Non molto distante il C 130 della sudafricana Safair, che tra poche ore porterà in Baia Terranova alla base italiana "Mario Zucchelli" una trentina tra ricercatori e logistici alla guida del responsabile dell'Unità tecnica Antartide dell'Enea, Massimo Frezzotti, glaciologo e soprattutto veterano con alle spalle undici spedizioni nel continente bianco. Il ritardo di ventiquattro ore per la sostituzione di una parte del parabrezza del C 13 non lo preoccupa affatto. «Non può neppure essere considerato un incidente - dice Frezzotti - al massimo un contrattempo che in queste condizioni è da considerarsi la normalità assoluta».

Quello che partirà il 7 mattina (sarà ancora il 6 novembre sera in Italia) è il terzo volo dall'apertura della base il 16 ottobre scorso. L'ultimo volo per Baia Terranova, vicino alla base italiana, è previsto il 23 novembre, prima che l'estate antartica renda sottile e pericolosa la pista su ghiaccio marino allestita dalle guide alpine del centro addestramento della Thuile a inizio stagione. Quindi una vera corsa contro il tempo per portare alla base personale scientifico e attrezzature necessarie per la ricerca. Un gioco ad incastri dove non tutto fila sempre per il verso giusto. Ad esempio, prima del 23 è attesa nel porto vicino a Chistchurch una nave porta container con a bordo alcune apparecchiature per la ricerca provenienti dall'Italia. Se la nave arriverà in ritardo i container non potranno essere spediti con l'ultimo volo e se ne riparlerà l'anno prossimo. I tempi della pianificazione logistica, spiega Frezzotti, sono necessariamente molto lunghi e sempre più incompatibili con un sistema italiano che è profondamente carente di strategia sulla ricerca.

Ogni anno l'Enea ingaggia una corsa contro il tempo per sopperire all'assenza di fondi che, secondo la nuova legge sul Programma di ricerca antartica, dovrebbero essere resi disponibili all'inizo di ogni anno. Eppure la base Zucchelli avrebbe bisogno di un ammodernamento radicale mentre nella base italo francese di Concordia, finanziata per metà dal nostro Paese e per metà da Parigi (quattro milioni di euro ciascuno), esiste da sempre una netta disparità tra la qualità della ricerca fatta da istituti italiani rispetto ai francesi, con il risultato che l'Italia, di fatto, con la spesa in logistica finisce col finanziare la ricerca francese.

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