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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 10:49.

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Cinquant'anni dopo quella d'artista sigillata in barattoli di Piero Manzoni, anche il calcio propone una "m" d'autore, firmata dall'allenatore della Juventus.
Il mister Conte, in castigo fino a dicembre, ha rotto il silenzio coatto con un'espressione che potremmo definire in senso stretto liberatoria. Pare non abbia gradito l'urlo nella sala stampa dei cronisti al gol in extremis del Chelsea che impone ai bianconeri la conquista di quattro punti nelle prossime due partite per superare la fase a gironi della Champions: "Chi è quella merda che esulta?" . La scarna cronaca ci impedisce di capire se quell'esplosione in sala stampa esprimesse la perversa gioia di chi gode delle difficoltà altrui o stupore per la rete in extremis, ma molto ci fa comprendere circa il precario stato dei rapporti e la considerazione in cui è tenuto il giornalismo sportivo dagli addetti ai lavori.
La Juve si è confermata gran signora solo sul campo, mentre il suo allenatore si avvicina sempre più all'originale caricatura proposta da Crozza.
Quanto all'eventuale cronista davvero esultante non avremo dubbi circa natura e qualità del pezzo inviato al proprio giornale. Tanto per restare in tema.

Sempre a proposito di m…
Eddy Onazi, centrocampista nigeriano della Lazio, ha postato sul suo profilo facebook un messaggio in cui prima ringrazia Dio, senza alcun dubbio invano, poi invita alla bontà e inopinatamente conclude: Forza Lazio, Roma merda. Il post è stato fatto sparire in pochi secondi e non resta che sorridere di fronte alle passioni coprofile che accendono il derby della capitale. Onazi è stato preceduto dai ben più celebri inni al gol lassativo di Totti e poi d'Osvaldo. Per parafrasare Benigni, si tratta di inni al calcio sciolto.

Il fratello di Guardiola e la sorella di Allegri
Divertente la gag proposta in occasione della visita milanese del fratello di Guardiola. In sintesi: il parente stretto del più celebre anno sabbatico del globo arriva a Milano e mette piede in uno dei ristoranti a forti tinte rosse e nere, sempre nel mirino dei famigerati cronisti, incontrando quelli che gli addetti ai lavori definiscono "personaggi di secondo piano dell'entourage rossonero". I Guardiola boys vanno poi allo stadio per godersi Milan-Malaga.
Immediato e ovvio il tormentone: che fa Guardiola? Il tifoso rossonero deluso già sogna la cantera meneghina. La società (non) si affretta a smentire mentre il procuratore del Pep, Josè Maria Orobitg, assicura che Galliani è sempre molto carino (parole di cui si è assunto la piena responsabilità) e che al Milan trova sempre porte aperte, così come a Londra con il Chelsea o a Manchester allo United. Basta, aggiungiamo noi, avere qualche centinaia di milioni di euro da spendere al meglio.
Allegri, da buon livornese che gli scherzi ama più farli che riceverli, pare non l'abbia presa bene e ai cronisti ha confessato d'avere solo una sorella e di non poterla mandare negli stadi. Al che l'amministratore delegato del Milan, sempre meno carino, ha replicato con una frase che andrebbe sottoposta al vaglio della censura: "Massimiliano, mi porti sua sorella". Povero calcio.

L'allenatore chiede l'espulsione di un suo giocatore
Dal prezioso serbatoio del calcio minore e dalle pagine di cronaca milanese di Repubblica traggo una storia che un tempo si sarebbe detta edificante.
"L'arbitro non vede un fallo di reazione, ma l'allenatore sì e chiede l'espulsione per il proprio difensore. Doppia ammonizione, cartellino rosso e lo stopper finisce sotto la doccia". Con efficace sintesi, il cronista Gabriele Cereda racconta l'episodio accaduto nel campionato di seconda categoria durante l'incontro tra il Triuggio e il Nino Ronco di Ornago. L'allenatore che ha condannato la propria squadra a giocare in dieci si chiama Francesco Natobuono (nomina sunt consequentia rerum): "In quell'istante- ha spiegato- non ho certo pensato ai punti. Era il minimo che potessi fare e lo rifarei. O si gioca pulito, rispettando le regole, oppure non si gioca. Tutti vogliamo vincere, ma siamo qui per imparare il rispetto degli altri".
Emiliano Mondonico plaude e spiega quanto sia difficile coniugare il fair play con i tanti soldi che girano: "I gesti idioti- aggiunge- sono rari quando in campo ci sono professionisti". Ci sarebbe piaciuto avere davanti il simpatico e bravo Emiliano per vederlo in faccia mentre pronunciava la frase. Scommettiamo in un sorriso ironico mentre nella sua Rivolta d'Adda sta per dirigere l'ennesimo incontro sul campetto tra padri e figli.
Per dovere di cronaca: la squadra di Natobuono ha pareggiato al 90°, dopo 70 minuti d'inferiorità numerica.
Buon campionato a tutti.

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