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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 14:09.

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Gazprom ha fretta di partire, e stringe i tempi per South Stream. Il gasdotto disegnato per completare uno schema già partito nell'Europa settentrionale con Nord Stream, ha ormai una data e un luogo di nascita: il 7 dicembre ad Anapa, sulla costa russa del mar Nero. «Iniziamo a costruzione, è deciso», annuncia a Mosca, nel quartier generale del colosso russo del gas, Leonid Chugunov, responsabile per la gestione del progetto. Si riferisce al tratto sottomarino del gasdotto, ma la «prima pietra» in realtà riguarda la stazione di compressione del sistema.

I lavori offshore veri e propri hanno ancora diverse variabili da definire, che potrebbero influire sul costo stimato da Gazprom: 10 miliardi di euro, da aggiungere ai sei miliardi necessari per portare tubi e gas via terra dalla Bulgaria a Tarvisio, attraversando Serbia, Ungheria e Slovenia.

Dalle mappe è scomparsa una variante ipotizzata per South Stream, una biforcazione che dalla Bulgaria avrebbe attraversato la Grecia per arrivare in Puglia. Un secondo braccio che è stato accantonato. «Noi portiamo gas nei mercati dove abbiamo clienti - spiega Chugunov - e nell'Italia meridionale hanno altri partner e altre fonti, altri progetti. Non sarebbe stato conveniente». Lo stesso vale per il mercato greco, che paga anche un calo della domanda. Con tutti gli altri Paesi coinvolti, attraverso i Balcani, Gazprom sta mettendo a punto le decisioni finali di investimento, inizio dei lavori in Serbia in dicembre.

Quanto al tratto offshore, che è quello che riguarda Eni nel consorzio insieme alla francese Edf e alla tedesca Wintershall, accanto a Gazprom, Chugunov si aspetta che il quadro possa essere completato entro meta' novembre. Quando a Mosca è atteso Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni.

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