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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2012 alle ore 06:40.

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BOLOGNA
È attesa per questa mattina alle 10 la sentenza di Bruno Giangiacomo, giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bologna, che deciderà sull'accusa di falso ideologico a carico di Vasco Errani, governatore dell'Emilia-Romagna per la vicenda Terremerse. Dieci mesi e 20 giorni, questa la richiesta dell'accusa, rappresentata dal pm Antonella Scandellari affiancata in aula dal capo della Procura, Roberto Alfonso. Un anno, invece è quanto chiesto per i due coimputati di Errani: i funzionari dell'amministrazione regionale Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti.
Il presidente della Conferenza Stato-Regioni ha trascorso ieri più di otto ore dentro l'aula del Tribunale bolognese dove il suo avvocato difensore, Alessandro Gamberini, ha avanzato la richiesta, subito accolta, del rito abbreviato, chiudendo dopo pranzo l'arringa difensiva con la richiesta di assoluzione piena del governatore «per non aver commesso il fatto e comunque perché il fatto non sussiste». Solo nel tardo pomeriggio il presidente regionale è uscito, rilasciando alla folla di giornalisti che lo attendevano poche parole: «Aspetto la sentenza con rispetto e serenità».
La vicenda che vede coinvolto Vasco Errani risale al 2006 e riguarda un finanziamento da un milione di euro per la realizzazione di una cantina vinicola a Imola da parte della cooperativa agricola Terremerse che, all'epoca dei fatti, era guidata da Giovanni Errani, fratello del presidente della Regione. Quello che ieri si è dibattuto a Bologna è, in realtà, solo uno stralcio dell'inchiesta sul finanziamento che, secondo l'accusa (nata da un esposto in Procura presentato nel 2009 dall'allora deputato del Pdl Enzo Raisi) è stato illecitamente concesso a Terremerse. Secondo i termini per avervi accesso, infatti, i lavori per la realizzazione della cantina dovevano essere terminati entro il 31 maggio 2006. Una dichiarazione della coop attestò che i lavori erano stati ultimati nei tempi, ma in realtà alla scadenza di fine maggio la cantina era ben lungi dall'essere stata completata e quindi quel denaro non avrebbe dovuto finire nelle casse della coop. Questo il fatto principale in cui, per la verità, il nome di Vasco Errani non compare. Il suo nome emerge solo nell'ottobre 2009, quando Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti presentano in Procura un memoriale (che poi Terzini dirà essere stato scritto secondo le indicazioni del presidente di Viale Moro) in cui viene spiegata la correttezza delle procedure di attribuzione dei fondi a Terremerse. È questa relazione a non convincere i magistrati che, dopo avere iscritto Errani nel registro degli indagati con l'accusa di falso ideologico il 16 marzo di quest'anno, lo hanno ascoltato il giugno scorso. Già allora Errani si dichiarò sereno e certo dell'estraneità ai fatti contestatigli. È arrivato invece il rinvio a giudizio e un rito abbreviato che accelera sì i tempi, ma rende il processo, chiuso al pubblico, meno trasparente.
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