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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 08:15.

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ROMA
AngelinoAlfanosceglie YouTube per annunciare il via libera alle primarie del Pdl mentre Silvio Berlusconi torna in Kenia, nel resort di Briatore, per smaltire le tossine accumulate nell'ufficio di presidenza di giovedì. Nonostante la dichiarazione del segretario sulla reciproca «lealtà, rispetto e affetto», la distanza tra i due diventa sempre più incolmabile. Berlusconi adesso attende al varco quanti l'altro giorno gli hanno fatto capire che era giunto il momento di farsi da parte. E il primo della lista è proprio il segretario, chiamato ora a tenere assieme quel pezzo maggioritario del Pdl che lo ha sostenuto ma che continua ad esprimere posizioni assai diverse su temi centrali quali il governo e le future alleanze.
Alfano evita per il momento abboccamenti. Non risponde alla "provocazione" di Casini che gli chiede un'ulteriore prova di «coraggio e determinazione» e tantomeno a Gianfranco Fini che gli propone di aderire alla causa del Monti bis («Se Alfano farà chiarezza sul rapporto con il Governo Monti, e soprattutto sulla necessità per l'Italia di continuarne l'azione riformatrice anche dopo le elezioni, allora si potrà davvero aprire una pagina nuova per tutti i moderati italiani. E personalmente ne sarò lieto»). Ma si tratta appunto di abboccamenti, fatti forse più per mettere in difficoltà l'ex Guardasigilli che per aiutarlo. È comprensibile. La concorrenza per l'acquisizione dell'elettorato moderato e centrista, da sempre maggioritario, si fa sempre più agguerrita anche per l'ingresso di un terzo incomodo come il movimento di Luca Cordero di Montezemolo che giusto sabato prossimo presenterà il suo Manifesto per l'Italia.
Meglio dunque per Alfano concentrarsi sulle primarie e contemporanemente arrivare a una soluzione condivisa sulle candidature per Lazio e Lombardia. La competizione interna non lo spaventa. Anzi, è convinto è che se ci saranno candidati di peso, espressione delle diverse anime del partito, questo contribuirà ad animare le primarie e a portare un maggior numero di persone al voto. I nomi che circolano al momento sono sempre gli stessi. Dopo Daniela Santanchè e Giancarlo Galan adesso anche Michaela Biancofiore ha deciso di accettare la sfida e presto potrebbe sciogliere la riserva anche il formattatore Alessandro Cattaneo. Mantiene ancora il riserbo Giorgia Meloni. Una candidatura che potrebbe creare un po' di tensione soprattutto tra gli ex An. Non a caso ieri La Russa ha ribadito esplicitamente il sostegno ad Alfano. E sempre non a caso si continua a parlare – nonostante le smentite – di una possibile discesa in campo di Gianni Alemanno.
Ma se così fosse Alfano qualche problemino comincerebbe ad averlo. Nel senso che gli eventuali candidati alternativi al segretario, sia pure provenienti da sponde diverse, sono tutti caratterizzati da un convinto anti-Montismo. Ci vorrebbero a questo punto una o più candidature montiane di un certo peso per mantenere gli equilibri e soprattutto per rafforzare il ruolo di Alfano come unico candidato capace di esprimere la sintesi – il centro – tra i due estremi.
Senza contare che c'è sempre l'incognita Berlusconi. Il suo repentino ritorno in Kenia non promette nulla di buono. Le solite voci raccontano di un Cavaliere disgustato dallo scontro andato in scena all'ufficio di presidenza. «Non parteciperò mai più a questi sfogatoi», avrebbe detto prima di ripartire. Nessuno però pensa a un Berlusconi capace di rovesciare il tavolo. Più probabile che riesca invece a condizionarlo. Anche se le elezioni in Lombardia potrebbero in qualche modo essere un buon grimaldello per dividere le truppe del segretario. Il Cavaliere in questo momento resta l'unico in grado di recuperare il rapporto con la Lega. In questo senso la contrapposizione tra le candidature alla guida della giunta di Maroni e Albertini potrebbero servire da anticamera per un rimescolamento delle carte in vista delle politiche. Certo le variabili sono moltissime: la legge elettorale certamente ma anche la data del voto sia per le politiche che per le regionali. Il governo ieri non ha dato indicazioni. Da quel che si sa Monti punterebbe a un'election day ad aprile ma difficilmente Lombardia e Lazio, potranno rimanere senza governo così a lungo.
B. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Pdl di Alfano al bivio
MONTIANI
Tra gli esponenti di spicco del Pdl favorevoli a un progetto dei moderati a sostegno di un governo Monti bis dopo le elezioni ci sono gli ex ministri Franco Frattini e Maria Stella Gelmini, ma anche Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi e Roberto Formigoni, Fabrizio Cicchitto, Raffaele Fitto, Osvaldo Napoli, Isabella Bertolini, Maurizio Sacconi, Mario Mauro
ANTIMONTIANI
Critici nei confronti di un governo Monti bis gli esponenti dell'area ex An che fa riferimento a Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. Area nella quale ci sono anche Giorgia Meloni e Altero Matteoli. Tra gli "anti-montiani" da segnalare anche l'ex ministro Antonio Martino e Guido Crosetto, le "amazzoni" Santanchè e Biancofiore e il tesoriere Crimi

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